Quando Roger Federer entra in campo nella O2 Arena di Londra, la gente capisce che davvero la finale delle finali è già finita. «Scusatemi se sono qui in tuta e non in tenuta da gioco: purtroppo oggi non ce la faccio proprio». Così in pratica Novak Djokovic vince le Atp Finals per la quarta volta (terza di fila), senza neppure prendere la racchetta in mano e con quella brutta storia della polemica con una parte del pubblico dopo la semifinale contro Nishikori. Così Roger Federer si arrende al mal di schiena, arrivato come una lama nel riscaldamento della sfida fratricida contro Wawrinka, vinta a tarda serata al tie-break del terzo set giocando rigido come uno stecco e dopo aver salvato quattro match point. Eroico e ferito.
E così soprattutto finisce un'edizione del torneo, quello che una volta si chiamava Masters, mai così povero di contenuti. Sfortuna chiama sfortuna in pratica e se si pensa che arrivato al match 1221 della carriera per Roger si tratta del terzo ritiro in assoluto, si può dire che la iella ci vede benissimo. Soprattutto per chi aveva comprato il biglietto e si aspettava la sfida tra i Migliori. E invece no: Djokovic resta su quel punto (al posto della firma) disegnato sulla telecamera a fine match di sabato, che - un po' stizzito in conferenza stampa - non ha voluto spiegare. Federer invece parte per Lilla con tanti punti interrogativi, lui che quest'anno ha voluto giocare tutti i turni di coppa Davis per tentare l'assalto ad uno dei due trofei mancanti della sua carriera (l'altro è l'oro olimpico, ma Roger dice che quello conquistato nel doppio con l'amico Stan vale lo stesso) che ora, alla vigilia della finale contro la Francia, potrebbe sfuggirgli per un acciacco che a 33 anni è comune a tutti i tennisti. Se non fossero Federer. E dunque gli svizzeri e tutti i fan di Roger vivranno questi giorni col fiato sospeso.
Nel frattempo il gran capo dell'Atp Chris Kermode rilancia quelle che per lui sono idee innovative che però molti definerebbero balzane. Dopo un meeting con grandi ex e sponsor influenti, in conferenza stampa Kermode ha detto che il tennis deve cambiare per restare al vertice e poi al sito Ubitennis si è spiegato meglio: «Nei match ci sono troppe perdite di tempo.
E soprattutto le partite non dovrebbero durare più di due ore: un giorno nessuno si ricorderà che un tempo si giocavano cinque set per pomeriggi interi». Detto che la storia del tennis direbbe il contrario, il Dio della racchetta intanto ieri gli ha subito servito il conto: 0 minuti per una finale e tutti a casa. Che, diciamolo, è davvero molto poco epico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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