Roma un po' distratta e con la testa al derby. Decide il solito Dzeko

L'uno-due del bosniaco ora capocannoniere doma l'Empoli: negato un rigore ai toscani

Roma un po' distratta e con la testa al derby. Decide il solito Dzeko

Roma - Come da copione la Roma batte l'Empoli, ma in uno stadio ormai privo delle famigerate barriere la partita non è altro che un riempitivo dell'attesa. Quella per Napoli-Juventus con gli ottimisti pronti a tifare per gli azzurri e qualche scettico che si domanda se non sia meglio blindare il secondo posto, quella per il ritorno degli ultras pronti a tornare all'Olimpico dopo un anno e mezzo di assenza e soprattutto quella per il derby di martedì, il ritorno della semifinale di coppa Italia con la Lazio che nel bene o nel male potrebbe dare un senso a tutta la stagione romanista.

L'unico che sembra restare sul pezzo è Spalletti: teme un pesce d'aprile del «suo» Empoli e praticamente non fa turnover, a parte l'acciaccato De Rossi e lo squalificato Strootman l'unico titolare che riposa è Emerson sostituito da Mario Rui. La squadra invece ci mette una decina di minuti a trovare l'approccio giusto. Parte sonnecchiando e al 7' rischia di complicarsi la vita: la salva un errore arbitrale quando Thiam, solo davanti a Szczesny, viene fermato per un fuorigioco che non c'è; per la cronaca il portiere l'aveva poi steso in area (sarebbe stato rigore) e il pallone era finito comunque in rete.

Dalla paura la Roma passa alla gioia nel giro di cinque minuti. Neanche a dirlo l'uomo della provvidenza è il solito Edin Dzeko, che deviando di ginocchio un corner di Paredes spizzato da Rudiger mette la partita in discesa. La Roma pensa evidentemente al derby e si preoccupa di non sprecare troppe energie tenendo i ritmi bassi: sfiora il raddoppio con una staffilata di Paredes, si accende ogni tanto con gli scatti di Salah e al 34' viene graziata da Marilungo che da ottima posizione manda alle stelle il pallone dell'1-1.

L'attaccante dell'Empoli è più preciso in avvio di ripresa, devia d'esterno un cross di Pasqual ma stavolta trova una grande risposta di Szczesny. Ancora una volta, però, dopo l'occasione per l'Empoli arriva il sigillo di Dzeko: Perotti crossa, Salah rifinisce e da pochi metri l'attaccante bosniaco mette dentro il 23° gol in campionato (scavalcato Belotti) e il 33° stagionale, uno in più di Volk nel 1931-32, di «Piedone» Manfredini nel 1960-61 e del Totti che nel 2006-07 vinse la Scarpa d'Oro. Niente male per uno che l'anno scorso veniva dipinto come un bidone e che invece i gol li ha sempre fatti.

La partita vera finisce qui, dopodiché Spalletti decide finalmente di dare un po' di minuti a Totti (quando entra l'ovazione è doppia, per lui e per Dzeko) e da quel momento lo stadio ha occhi solo per il suo capitano, che ripaga con un paio di filtranti dei suoi (il primo dei quali vanificato da Salah che non inquadra la porta), e molti pensieri per

la Lazio, spesso evocata nei cori. Finisce la partita e ricominciano le attese, per una notte la Juventus è lontana solo cinque punti ma evidentemente per i tifosi nulla è più importante della resa dei conti con i cugini.

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