È una Rossa camaleonte. Così il bello e "la bestia" possono vincere il titolo

Leclerc ha soprannominato così la sua SF-75. E Binotto: "L'auto si adatta a ogni situazione"

È una Rossa camaleonte. Così il bello e "la bestia" possono vincere il titolo

Il bello e la bestia. Charles Leclerc suggerisce anche i titoli. Non si accontenta di vincere, dominando il Gran premio d'Australia con il primo grande slam della carriera. Dopo tre gare ha 43 punti di vantaggio su Hamilton e 46 su Verstappen. Ne avrebbe solo 34 su Russell, ma nessuno crede che il giovane di casa Mercedes possa trasformarsi nel suo rivale per il titolo. In un mondiale lungo 22 (o 23) gare un vantaggio così grande non significa nulla se non che ora il favorito per il titolo è Charles Leclerc con la sua bestia, come ha definito ai microfoni di Sky la sua SF 75, la macchina che non ha mai avuto nella sua carriera, la migliore che abbia mai guidato in Formula 1. Una volta che da Maranello gli hanno dato una macchina vincente Leclerc non ha tradito. «È il miglior Charles che ho visto finora. Sul suo talento non abbiamo mai avuto dubbi. Ma sta continuando a crescere per maturità, capacità di concentrazione in un weekend di gara, di interazione con gli ingegneri, di messa a punto della vettura e di gestione delle gomme», spiega Mattia Binotto che vuole distribuire i meriti con tutto il gruppo, anche se gli va riconosciuto che il primo a credere (e a formare) in quel gruppo è stato proprio lui e quindi di meriti ne ha obbiettivamente tanti. Se era giusto criticarlo quando la Ferrari finiva doppiata e lui continuava a ripetere «lasciatemi capire» diventando un tormentone di Crozza, è giusto dargli oggi i meriti della resurrezione ferrarista.

La bestia è «una macchina complessa anche dal punto di vista filosofico, concettuale, aerodinamico spiega Binotto - una macchina che si adatta bene al variare delle condizioni intese come variazioni di temperature o di tipo di circuito. È consistente anche in condizioni diverse. Una macchina facilmente guidabile in tutte le condizioni». Uno dei vantaggi della SF 75 è che appena tocca l'asfalto ci si adatta. I piloti non devono impazzire per trovare l'assetto ideale. Per Leclerc poi sembra un abito cucito si misura. «Ho imparato a conoscerla e si adatta subito al mio stile di guida permettendomi di fare quello che voglio, di guidarla come preferisco». È il sogno di ogni pilota. «La sorpresa è stata il vantaggio che sul passo gara abbiamo avuto sulla Red Bull. Non immaginavo». È stato impressionante come dopo ogni ripartenza Charles sia riuscito a infilare subito 3-4 giri veloci mettendo tra sé e Max un gap incolmabile. Anche senza problemi di affidabilità la Red Bull non sarebbe mai riuscita ad avvicinarsi. Verstappen soffriva di graining all'anteriore sinistra, Leclerc è riuscito a migliorare ancora il suo record all'ultima tornata, nonostante dai box gli avessero ripetuto che era inutile perché quel punticino supplementare era già suo.

Questa è indubbiamente una Ferrari da Mondiale. Ha dominato su piste molto diverse tra loro. Lo ha fatto in qualifica e in gara (senza safety, Charles avrebbe vinto anche in Arabia Saudita). Non ha avuto problemi di affidabilità (solo un guaio ai sensori che ha costretto Sainz a cambiare volante sullo schieramento, cosa che lo ha mandato nel pallone). Resta l'incognita sviluppo. Ma Leclerc è fiducioso: «A farlo sono gli stessi ingegneri che hanno progettato questa macchina, non sono preoccupato, la sapranno anche far progredire».

Binotto prova a riportare la calma: «Possiamo essere molto contenti, ma non dobbiamo dormire sugli allori. Dobbiamo dimenticare le gare fatte e affrontare le prossime come se fosse sempre la prima». A cominciare da Imola. Dalla grande folla rossa già in arrivo.

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