S. Siro, Inter e Milan: no ai supplementari

Sala e l'ipotesi Sesto San Giovanni per lo stadio: "I club mi dicono altro"

S. Siro, Inter e Milan: no ai supplementari

Nuovo stadio a San Siro: se non ora quando? Il dibattito e i giochi politici, orchestrati da palazzo Marino per allontanare la decisione definitiva sull'opera e nello stesso tempo evitare la frattura tra il sindaco Sala e una parte della sua maggioranza, ieri si è acceso all'improvviso provocando un piccolo incidente diplomatico. Ad accendere la miccia ha provveduto il titolo in prima pagina della Gazzetta dello Sport dedicato allo scenario sul possibile esodo di Inter e Milan a Sesto San Giovanni a causa del blocco del progetto esecutivo in attesa di un dibattito, classica soluzione all'italiana quando si vuole mandare in frigo una iniziativa. Invece di approfondire le reali intenzioni con gli interessati, il sindaco Beppe Sala ha preso il cellulare e scritto su Instagram una risposta piccata («una settimana fa le due società mi hanno confermato che stanno predisponendo il dossier per il dibattito pubblico») con acclusa la pubblicazione della lettera e una chiusura di dubbio gusto («in questo momento l'amministrazione comunale ha altro a cui pensare»).

Il tema, come si capisce riavvolgendo il nastro della questione, è costituito dai tempi biblici della decisione. Sono già passati 3 anni dall'inizio della discussione e adesso si scopre che per portare a termine l'operazione c'è bisogno di un dibattito e di un apposito coordinatore segnalato dal governo oltre che di un bando. La conseguenza pratica è quella scontata: depositare il dossier nuovo stadio in un cassetto impolverato. La sortita di Sala non è rimasta isolata. Dall'opposizione di palazzo Marino è partita la stoccata inevitabile (De Chirico, di Forza Italia: «Inter e Milan scapperanno da Milano») e il il sindaco di Sesto San Giovanni ha colto al volo l'occasione per ripetere la disponibilità ad accogliere la struttura metropolitana (abbiamo già l'ok del comune e la zona da mettere a disposizione).

Alla fine della giornata, i due club hanno firmato una nota congiunta per ripetere un concetto elementare. Hanno scritto: «Abbiamo bisogno di tempi certi, di una data sicura per dare inizio ai lavori».

Da non dimenticare, infine, un particolare non irrilevante: l'operazione immobiliare comporterà un investimento - effettuato da privati - per un valore di 1,2 miliardi. E di questi tempi, per rifarsi alla dichiarazione di Beppe Sala, nessuno può permettersi di mandare all'aria un affare di queste dimensioni.

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