La Sampdoria torna in A Il purgatorio finisce a Varese

I lombardi sbattono sulla traversa. Pozzi segna il gol della sicurezza. E Genova ritrova il derby

La Sampdoria torna in A Il purgatorio finisce a Varese

Genova ritrova il derby (calcioscommesse permettendo) e la Sampdoria ritrova la serie A dopo appena dodici mesi di purgatorio. Ma che fatica per i blucerchiati che, sotto un autentico diluvio scatenatosi sullo stadio Ossola nel primo tempo, riescono ad annacquare (grazie Giove pluvio) i bollenti ardori del Varese che, col sacro fuoco addosso, ha subito scatenato la caccia al gol necessario per equilibrare le sorti. Soprattutto per i primi 45 il Varese ha spinto a più non posso, malgrado le pesanti assenze degli squalificati Zecchin e Troest, con il gioiellino De Luca e Grillo in panchina per guai muscolari e con il difensore-goleador Terlizzi in campo per scommessa.
È un assalto all’arma bianca quello del Varese: Rivas due volte, Granoche e Nadarevic creano pericoli in meno di mezz’ora. Ma il Varese è vulnerabile soprattutto sulla fascia destra dove Eder imperversa con un incontenibile Eder e i suoi cross alla ricerca di Pozzi fanno davvero paura. La svolta potrebbe registrarsi al 31’ quando in piena area, tra un nugolo di maglie blucerchiate, Neto Pereira riesce a girarsi ma il pallone finisce contro la traversa. Dopo il gran pericolo corso la Samp si sveglia e va a un passo dal clamoroso vantaggio quando al 34’ l’ottimo Soriano (un lavoro duro e prezioso il suo) trova la testa di Pozzi. La difesa respinge corto e sulla palla si catapulta ancora Pozzi, ma la sua botta, a non più di 5 metri dalla fatidica linea di porta, viene repinta in modo disperato da Terlizzi che evita un gol già fatto. Munari ci prova di testa al 37’, un minuto dopo una punizione maligna di Renan costringe Bressan ad allontanare di piede. Insomma la Samp c’è, rialza la testa e mette paura all’arrembante Varese.
La ripresa è una bolgia da inferno dantesco. Il Varese le prova tutte. I doriani respingono colpo su colpo e davanti a Da Costa alzano un autentico Fort Apache contro il quale si infrangono gli assalti dei padroni di casa. La tensione è alle stelle, gli scontri si susseguono a ritmo infernale, una partita per uomini veri, costretti anche a fare i conti con il terreno scivoloso come non mai. Nel Varese ci provano tutti, Rivas, Nadarevic, Kurtic, Granoche. Maran fa i salti mortali, cambia la squadra quando fa entrare De Luca e a questo punto il Varese è davvero a trazione anteriore, con la disperata voglia di fare gol. Quel gol che garantirebbe i supplementari, quel gol che Plasmati, subentrato al Diablo Granoche, si trova sul piede due volte ma che, soprattutto a tre minuti dalla fine, spreca nel modo più incredibile con un rigore in movimento e la porta spalancata davanti. Ma il pallone, non si sa come, finisce a lato e la Samp tira un gran respiro di sollievo.
Maran non sa più cosa fare, gioca con 5 attaccanti ma nel primo dei sei minuti di recupero, Nicola Pozzi spegne le speranze del Varese, con un contropiede letale innescato dal solito infaticabile Soriano.

Esplode Beppe Iachini, confermato per la A, esplode il presidente vicario Riccardo Garrone, esplode la tifoseria doriana presente ma, soprattutto, esplode la città della Lanterna che ritrova il derby perduto e ringrazia Pozzi, determinante nei playoff con 4 gol segnati. E poi tutti ad abbracciarsi con addosso la maglietta con la scritta «tornati a casa».

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