Da classica di apertura a corsa della ripartenza, anche se in realtà non è proprio una ripartenza, ma una partenza nuova, unica e assoluta. Una Sanremo mai vista prima in 110 anni di storia. Che per le note questioni di Covid-19 è stata spostata da marzo ad agosto, con tutte le complicazioni del caso dovute al caldo. Poi ci si è messa anche la politica, con i tredici sindaci del savonese che hanno deciso per la non transitabilità della Classicissima sulle loro strade, per ragioni di sicurezza (dicono), per questioni di traffico (hanno detto) e forse anche per una mancanza di dialogo tra la politica e l'ente organizzatore (Rcs Sport, ndr). Così la corsa di marzo che si corre ad agosto, dopo oltre cento anni cambia il proprio spartito. Addio Turchino, addio Capo Berta, Mele e Cervo, addio a gran parte della Liguria. Del percorso tradizionale restano solo gli ultimi 40 km, da Imperia con la Cipressa e il Poggio, prima dell'arrivo su via Roma nella città dei fiori.
Sarà una Sanremo da Special Edition, come l'ha definita Mauro Vegni, direttore del Giro e della Classica di apertura. Sarà una Sanremo suggestiva e ancor più imprevedibile, secondo noi anche più difficile, tutt'altro che da sottovalutare.
I corridori si troveranno come da tradizione a Milano, in Piazza Castello. Il via ufficiale da Trezzano sul Naviglio, alle 11 dopo 10 km di trasferimento. La corsa misurerà 305 km. «La Sanremo è sempre la Sanremo, ma non posso dire di essere felice di questo cambiamento spiega Elia Viviani, oro di Rio, che da anni insegue questa corsa -. Credo che non sia giusto cambiare il percorso a dieci giorni dalla corsa: nessuno di noi ha potuto provare il nuovo tracciato».
Non ci sarà il Turchino, ma il colle di Nava, molto più vicino al traguardo, con conseguente picchiata verso Pieve di Teco. Discesa tecnica e veloce, adatta ai colpi di mano, di chi sa e vuole. Sarà una corsa tutta da vivere, proprio per la sua unicità, anche se Mauro Vegni manda un messaggio chiaro: «Vediamo come va questa edizione, non è scontato che si torni all'antico». Per la serie: qui si guarda al presente, che può essere anche il futuro.
A puntare al bersaglio grosso, oltre a Elia Viviani, il belga Wout Van Aert, trionfatore sabato scorso alla Strade Bianche. Con lui il colombiano Fernando Gaviria, l'australiano Caleb Ewan, l'olandese Mathieu Van der Poel e il tri-iridato slovacco Peter Sagan. Meno brillante pare essere il trionfatore di un anno fa Julian Alaphilippe, mentre piuttosto in palla è il connazionale Arnaud Demare, che la Sanremo sa già come si vince (2016).
E i nostri? Occhi puntati su Giacomo Nizzolo, Sonny Colbrelli, Niccolò Bonifazio, Matteo Trentin e Alberto Bettiol. Guai a non considerare Vincenzo Nibali: su un tracciato tutto da scoprire, lui rappresenta la sorpresa più bella.
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