Uno scudetto per tre. L'eccezione italiana che l'Europa ci invidia

Testa a testa in Premier, altri tornei già decisi Milan, Napoli e Inter se la giocano alla pari

Uno scudetto per tre. L'eccezione italiana che l'Europa ci invidia

Probabilmente non siamo il campionato più bello del mondo. Ok, lo abbiamo accettato ormai da tempo. Ma restiamo quasi certamente il più difficile. E quest'anno anche il più combattuto. Una volta a tre esaltante e incerta sino all'ultimo con il Milan, un passo sopra il Napoli e quattro rispetto all'Inter, che però deve recuperare la sfida col Bologna. Una finale da brividi che in serie A non si vedeva da 20 anni. Campionato 2001-2002, quello del famoso 5 maggio. Allora il titolo andò alla Juventus, con Roma e Inter a scaletta dietro la Signora di uno e due punti. Da allora, domini incontrastati di una squadra sola in fuga o al massimo testa a testa. Roba bella, roba forte.

C'è chi lo chiama alto grado di competitività, c'è chi lo denigra come livellamento verso il basso. Fatto sta che le tre là davanti se la giocheranno fino all'ultimo e dire oggi chi è la favorita sarebbe un mero esercizio di retorica completamente inutile. Forse il Napoli sta meglio perché ha meno pressioni e gioca meglio. Forse è l'Inter la candidata principale che è campione in carica e più abituata a stare là davanti. O forse è il Milan perché comunque è davanti a tutti e ha dato prova di solidità più volte. Venghino siori e siore, fate il vostro gioco. Intanto, chi non è condizionato dalla foga e dall'ansia del tifo, se la gode come non (quasi) mai.

Perché oltre ad essere il campionato più difficile e combattuto siamo anche una bella anomalia tra i cinque tornei top in Europa. In Inghilterra è lotta a due tra Manchester City e Liverpool, con Guardiola avanti di un punto su Klopp in attesa dello scontro diretto di questa domenica. Show time. In Spagna il Real Madrid di Carletto Ancelotti ha seminato il vuoto dietro di sè e domina su Barcellona, Atletico e Siviglia. In Germania, sai che novità, il Bayern Monaco è talmente a corto di rivali che si inventa di giocare in 12 per qualche secondo contro il Friburgo rischiando di perdere a tavolino. Intanto il Borussia Dortmund è lontano 9 punti. Anche in Francia niente di nuovo sotto il sole, col il Paris Saint Germain che se in Champions raccoglie l'ennesima eliminazione nonostante la collezione di figurine allestita dagli sceicchi, in campionato ha 12 punti di vantaggio sul Marsiglia e naviga sereno verso il titolo. Che bello, per una volta guardiamo tutti dall'alto in basso delle spettacolo, almeno per numeri di contendenti in campo.

Cosa farà, dunque, la differenza? Nessun scontro diretto in programma nelle ultime sette giornate. Scogli Lazio e Atalanta per il Milan, Roma per il Napoli e l'Inter ma se c'è una cosa che questo campionato ha insegnato è che le piccole non vanno sottovalutate, perché è contro queste che ci lasciano le penne.

Forma fisica, serenità mentale, vena dei giocatori principali saranno decisive. E si vedrà. Può succedere di tutto. D'altronde una poltrona per due è un cult, una poltrona per tre e quasi un inedito. Mettiamoci comodi...

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