Una sola famiglia, due nazionali diverse. Nel calcio era già successo, tornano alla mente i fratelli Pogba, Boateng e Xhaka, ma la vicenda dei fratelli Abdallah e Mahmoud Jaber si spinge oltre. Una prima volta destinata a fare la storia, in grado di varcare i confini del rettangolo verde per scrivere una pagina inedita a margine di un conflitto infinito che non conosce tregua. Abdallah Jaber, classe 1993, ha scelto ormai da tempo la nazionale della Palestina; per un lungo periodo è stato anche capitano indiscusso; Mahmoud Jaber invece è il fratello emergente, classe 1999, che pochi giorni fa ha esordito con la nazionale d'Israele, scendendo in campo ad Haifa contro l'Islanda in Nations League (Lega B, gruppo 2). È subentrato nella mezz'ora finale, davanti ai propri tifosi, partecipando al forcing che ha fissato il risultato sul 2-2 e venerdì potrebbe fare il bis, quando la selezione israeliana giocherà a Tirana contro l'Albania.
Il momento dell'ingresso in campo di Mahmoud è stato altamente simbolico, nei giorni che hanno preceduto il match contro gli islandesi non sono mancate le polemiche sui social, visto che in bilico tra due selezioni c'era uno dei talenti più appetibili in circolazione in quell'area. La famiglia Jaber non è certo nuova nel mondo del calcio, i due fratelli da sempre hanno tratto ispirazione dallo zio Nabil, pedina inamovibile dell'Hapoel Taybeh, squadra della loro città natale in Israele. Nessuno però in famiglia aveva mai giocato con la selezione israeliana e giovedì scorso è caduto l'ennesimo muro, con la scelta compiuta dal giovane Mahmoud, vittorioso quest'anno nel campionato in patria con il Maccabi Haifa e per la prossima stagione atteso dall'esame in Conference League. È impossibile pensare a uno scontro fratricida sul campo, anche perché il fratello maggiore Abdallah non indossa la maglia della Palestina dal 2019 e quindi non ci sarà un remake del derby tra Boateng, che nel 2010 in Sudafrica (Kevin-Prince con il Ghana e Jerome con la Germania) diventarono i primi fratelli a sfidarsi faccia a faccia in un Mondiale. Presto però Abdallah e Mahmoud si ritroveranno sotto lo stesso tetto, vivendo sentimenti contrastanti che travalicano i canonici novanta minuti sul campo.
Al primogenito della famiglia Jaber era già successo, visto che dopo aver militato a lungo in Palestina, e con la maglia di quella nazionale, ha scelto di tornare in Israele ormai da due stagioni, riabbracciando la famiglia e il calcio che l'aveva lanciato tra i grandi. Nulla è più stato lo stesso. Non poteva esserlo, essendoci di mezzo Israele e Palestina.
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