Da St. Anton arriva un altro podio per le sciatrici italiane, lo porta Marta Bassino nel superG vinto dalla rediviva Lara Gut Behrami. Gara tosta, velocità alte e curve difficili dove non sbagliare si è rivelata un'impresa per poche. La Federica Brignone di un anno fa si sarebbe mangiata la pista, ieri invece qualche indecisione di troppo l'ha relegata al quinto posto. Solo quinto posto, una delusione innanzi tutto per lei, che in superG era salita sul podio in cinque delle ultime otto gare disputate. Le donne ci hanno abituato veramente troppo bene. Goggia (ieri uscita dopo tre porte), Bassino e Brignone da inizio stagione hanno conquistato tre podi a testa (Sofia e Marta hanno vinto due volte) e formano la squadra più forte che l'Italia abbia mai avuto (parole di Deborah Compagnoni). Tanto brave quanto diverse fra loro, non si amano alla follia ma si aiutano, questo sì, motivandosi a vicenda in ogni allenamento. Hanno 28, 24 e 30 anni, sono una garanzia per il presente e per il futuro.
L'altro lato della medaglia per lo sci azzurro è la squadra maschile. In attesa di recuperare Dominik Paris al 100% (speriamo già a Wengen nel prossimo fine settimana), si puntava molto su Alex Vinatzer, partito forte nei primi due slalom della stagione con il quarto posto di Alta Badia e il terzo di Campiglio. Le due inforcate consecutive a Zagabria e, ieri, ad Adelboden, hanno frenato la sua corsa e insinuato dubbi nel suo brillantissimo cervello. Lo sci, e lo slalom in particolare, è crudele quando ti fa partire col dubbio. Vuoi arrivare, ma sai che se pensi solo a quello ti ritrovi fuori dai giochi. Allora attacchi a tutta, ma per farlo sfiori talmente i pali che può capitare di sbagliare misura, basta un millimetro e lo sci passa dalla parte sbagliata. Ieri Alex ha ammesso di non essersi accorto dell'errore, lo schermo al traguardo glielo ha mostrato impietosamente. Ha 21 anni, è il più giovane fra i migliori al mondo, tutti ammirano la sua tecnica e anche gli allenatori stranieri lo filmano. Aspettiamolo, arriverà. Per gli altri, inutile continuare a pretendere. Luca De Aliprandini ha detto cose sagge dopo il sesto posto di sabato in gigante: «Se al mondo sono il numero 11 e non l'1 o il 5 un motivo ci sarà.
Manca qualcosa, ma io cosa posso fare più che impegnarmi in allenamento e dare il massimo in gara? Se valgo questa posizione lasciatemela godere, senza criticare ogni curva che faccio». Perché non continuare a crederci e a sperare? Nello sport, chi molla o si deprime ha già perso prima di partire.
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