Serie A, le regole per la ripartenza: cosa succede in caso di calciatore positivo

La Serie A, governo e virus permettendo, si prepara alla ripartenza ma con una serie di regole da dover rispettare. In caso di positività i calciatori saranno isolati e divisi in gruppi

Serie A, le regole per la ripartenza: cosa succede in caso di calciatore positivo

Il campionato di Serie A resta ancora sospeso e ad oggi non si sa se si potrà terminare la stagione 2019-2020. ll presidente della Figc Gabriele Gravina nella giornata odierna ha dato notizie conforanti circa una ripresa anche se il tutto sarà deciso dal governo: "Il 4 maggio è la data fissata dal Dpcm, noi ci stiamo attenendo e puntualmente cerchiamo di fare programmazione. Se le squadre iniziassero ad allenarsi il 4 maggio fino a quando dovrebbero restare in isolamento? Tre settimane. Abbiamo elaborato un protocollo sanitario rigido e attento, ma flessibile che consegneremo domani ai ministri Spadafora e Speranza. Serviranno tre settimane di sicurezza, quindi a fine maggio o inizio giugno si può iniziare".

Le regole da osservare

L'attenzione sarà massima anche perché si vorrà evitare ogni rischio per i calciatori ma anche per i membri dello staff, dirigenti e per gli arbitri. Se gli allenamenti riprenderanno davvero da lunedì 4 maggio si dovranno osservare alcune regole fondamentali: ritiri obbligatori nei centri sportivi, per chi potrà permetterselo con le strutture, o negli hotel con una sanificazione costante degli edifici, delle camere, degli spazi comuni o le palestre.

Anche fuori dal rettangolo di gioco i calciatori e non solo dovranno stare attenti ad osservare delle regole fondamentali come il distanziamento a tavola per colazioni, pranzi e cene, e con nessun cameriere pronto a servirli dato che il tutto sarà fornito a buffe. I giocatori dormiranno in camere singolo con l'obbligo di fare la doccia e di cambiarsi nella propria camere e non negli spogliatoi. Questo discorso vale anche per medici e fisioterapisti che dovranno lavorare in una stanza con tutte le protezioni del caso.

Cosa succede in caso di positività di un giocatore?

Secondo quanto riporta il Corriere dello Sport, ogni club convocherà i propri tesserati 78-92 ore prima del primo allenamento per alcuni importanti accertamenti e in orari scaglionati. In base ai risultati degli esami clinici ci sarà una divisione dei calciatori in tre gruppi per svolgere gli allenamenti.

1) In un gruppo saranno inseriti i calciatori che risulteranno positivi al coronavirus e che presentino difficoltà respiratorie: per questi professionisti sono previsti ulteriori test a reni, cuore, fegato e polmoni.

2) I giocatori che abbiano registrato sintomi lievi e non significativi

3) I giocatori negativi (quello che tutti i club ovviamente si augurano

Se un calciatore risulterà positivo dopo che gli allenamenti saranno ripresi sarà isolato dal resto del gruppo e tutti gli altri saranno sottoposti a controlli con l'obiettivo di non fermare tutto il campionato di Serie A. Sarà il Governo ad indicare ai club un paio di strutture per Regione dove poter effettuare tamponi e test sierologici.

Infine, nella prima settimana di allenamento le sedute dovranno essere separate e non ci potranno essere partitelle per evitare il contatto.

Dalla seconda settimana si potrà procedere con un lavoro completo con la Lega calcio che vorrà circa 3-4 settimane di allenamenti per poi far riprendere la stagione. Durante le prime due settimane, inoltre, saranno vietati i contatti con l'esterno del gruppo di squadra e gli esami clinici saranno ripetuti con una grande costanza.

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