Sinner, la "spiegazione" della Wada un autogol. E Berrettini lo vendica con la lezione a Djokovic

Il romano a Doha batte per la prima volta il serbo, che aveva attaccato Jannik e gli ex preparatori ora proprio con Matteo

Sinner, la "spiegazione" della Wada un autogol. E Berrettini lo vendica con la lezione a Djokovic
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Gli amici si vedono nel momento del bisogno. «Mi dispiace per Jannik, paga per un errore non suo». Così si era espresso Matteo Berrettini alla vigilia del torneo di Doha. L'ATP 500 in Qatar è stato inevitabilmente condizionato dalla notizia dell'accordo tra Jannik Sinner e la WADA (tre mesi di sospensione). Pusterese spettatore e Berrettini a prendersi la scena. L'affermazione dal sapor di tabù sfatato c'è stata ieri contro Novak Djokovic. Il 24 volte vincitore Slam mai aveva perso nei quattro match precedenti contro il romano. Si pensava a una replica. Berrettini, invece, ha saputo invertire la tendenza, imponendosi con il punteggio di 7-6 (4), 6-2: al prossimo turno avrà l'olandese Griekspoor.

Prestazione sugli scudi in tutte le zone del campo, tenendo molto bene lo scambio da fondo e creando non pochi problemi a Nole con un dritto a tratti devastante. Il servizio, poi, è venuto in soccorso nel momento del bisogno come ai vecchi tempi. Una rivincita per sé e anche per il n.1 del mondo. Djokovic, infatti, era stato tra quelli a manifestare disagio rispetto all'epilogo del caso Clostebol: «Sinner, come Iga Swiatek, è innocente, ma tanti giocatori pensano che ci siano stati dei favoritismi - il pensiero di Nole -. È strano che gli ex collaboratori di Sinner responsabili della positività lavorino nel circuito tennistico». Il riferimento è a Umberto Ferrara, preparatore atletico coinvolto nella vicenda l'anno scorso a Indian Wells e responsabile dell'acquisto del famigerato Trofodermin, usato dal fisioterapista Giacomo Naldi per curare una ferita al dito della mano. Jamie Singer, il legale di Sinner, ha poi specificato: «Nessun favoritismo, Jannik è stato giudicato seguendo ogni singola regola, semplicemente le circostanze della sua positività sono state insolite».

Intanto, la vendetta sportiva dai mille significati per Berrettini: «Battere Novak è una delle cose che aspiravo a fare da anni. Ho giocato contro di lui in alcuni dei più grandi tornei del mondo, è stato un onore condividere il campo con lui ma mi sarebbe piaciuto vincere almeno una di quelle partite. Ho lavorato molto duro per tornare qui e a questo livello, tutto il lavoro fatto negli ultimi mesi ha pagato».

Nella giornata anche il successo sempre a Doha di Nardi su Zhang (prossimo turno contro Alcaraz) e di Jasmine Paolini a Dubai sotto la pioggia contro la Lys. Sorrisi per tutti e forse anche per Sinner che, oltre al cadeau dell'amico Matteo, ha dovuto prendere atto del dietrofront e quindi del flop della WADA, passata nel giro di pochi giorni dall'intransigenza di una proposta di condanna di 1-2 anni a uno scappellotto di tre mesi. «La WADA (e il suo consulente esterno) ha ritenuto che una sanzione di 12 mesi sarebbe stata eccessivamente severa.

Per questo motivo ha stipulato un accordo di risoluzione che, ancora una volta, consente una riduzione al di sotto della sanzione altrimenti applicabile, tenendo conto, in particolare, del livello di gravità della violazione».

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