Spagna-Olanda il Mondiale riparte dall'ultima finale

Sfida tra due scuole storiche, da sempre legate tra loro Da Cruijff a Rijkaard, anche il tiki-taka arriva dai tulipani

Da Johannesburg a Salvador de Bahia c'è un tot di chilometri. In verità ci sarebbero anche due mondiali di calcio. Spagna e Olanda ricominciano stasera da dove si erano lasciate, dove nel senso della sfida, cambiati la sede, il Paese, il clima , non è cambiata la sostanza: la storia del calcio di ieri contro la storia di oggi, per cercare di capire quale sarà o potrebbe essere la storia di domani. Spagna campione, Olanda vice, finita l'arancia meccanica anche il tikitaka sembra avere concluso la propria bella epoca. Rischioso traslocare uomini e tattiche dal club alla nazionale quando non si possono avere a disposizione alcuni mattatori, Cristiano Ronaldo, Messi, Bale, Neymar ma Del Bosque e Van Gaal sono lupi di mare che sanno benissimo come arrivare alla meta.
I Paesi Bassi trovarono l'indipendenza dalla monarchia spagnola con la guerra degli ottant'anni ma in novanta minuti, stasera, i tulipani d'Olanda vorrebbero affrancarsi e prendersi la vendetta della finale del 2010. Tra l'altro la stampa brasiliana ha provveduto (e suppongo che si stia attrezzando per colpire al basso ventre altre squadre) a mettere in circuito le solite storie di donne e alcool che avrebbero coinvolto Sneijder, Kuyt e De Jong, presentatisi all'allenamento di martedì scorso alle ore 11, dopo aver trascorso la notte giacendo, non nei letti dell'hotel che ospita il ritiro della nazionale, ma in dimore meno rigide. Van Gaal, in attesa di occuparsi dello spogliatoio incasinato del Manchester United, ha fatto finta di niente, così si dice, con quella testa che lo fa assomigliare a uno dei Simpson.
I baffi di Del Bosque, invece, mascherano una certa preoccupazione perché la Spagna non è più quella da olé degli ultimi anni, se i club hanno vinto tutto quello che c'era da vincere a livello europeo, la nazionale ha perso qualche colpo e stasera avrà di fronte un gruppo deciso a smentire il verdetto del Sudafrica.
La scuola olandese ha insegnato molto a quella spagnola, da Rinus Michels a Cruijff a Neeeskens, da Koeman a Kluivert, dai due De Boer a Rijkaard a Beenhakker a Van Gaal, i marinai dei Paesi Bassi hanno portato la loro perizia, raccogliendo onori e soldi. Oggi la nave viaggia verso altri porti, la Spagna si è aperta a esperienze diverse, Capello e Ancelotti sono stati e sono docenti della lingua calcistica italiana e stasera un italiano dirigerà la partita, Rizzoli l'arbitro che in serie A prende fischi e vaffa in campo e sui giornali ma che riceverà, statene certi, elogi e carezze dagli stessi, nel nome della Patria tricolore.
Spagna-Olanda, come Italia-Inghilterra, è calcio già di sostanza, vero, senza trucco. Chi perde si deve considerare due volte battuto, nella sfida tecnica e tattica e nella considerazione generale.

Da questo punto di vista l'eventuale sconfitta dei campioni del mondo aprirebbe scenari imprevisti, accadde all'Argentina campione che, nel mondiale di Italia '90, fu battuta in apertura dal Camerun, per poi arrivare, comunque, in finale e qui nuovamente sconfitta, dalla Germania.
Totale: l'Olanda sa che stavolta il carico pesa sul gruppo di Del Bosque con meno furie rosse del solito.
Siamo soltanto all'aperitivo ma in tavola è già arrivato il dolce.

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