Cinque volte la Juventus ha affrontato il Benfica in Coppa Campioni/Champions League e cinque volte ha perso. L'ultima, ieri allo Stadium: 0-2, sorpasso in classifica subìto e (soprattutto) morale sotto i tacchi per gli uomini di Thiago Motta, alla seconda sconfitta di fila dopo quella in campionato contro il Napoli. Il tutto, in mezzo ai fischi e aspettando il sorteggio di domani per conoscere l'avversario da affrontare negli spareggi: il Psv o addirittura il derby con il Milan.
Yildiz trequartista, Koopmeiners in panchina, Weah e McKennie esterni di difesa: la Juve comincia così, con Vlahovic centravanti e Douglas Luiz al posto di Locatelli. L'inizio è sostanzialmente una tragedia per i bianconeri, svagati a dir poco: Di Maria (ex di giornata) ci mette trenta secondi per spaventare Perin, la difesa imbarca acqua da tutte le parti e, dopo un colpo di testa di Mbangula, il portiere bianconero deve impegnarsi su Schjelderup. Quasi inevitabile, arriva il vantaggio portoghese appena passato il quarto d'ora: per Pavlidis (tripletta nel turno precedente contro il Barcellona), è persin troppo facile il tocco ravvicinato dopo l'assist di Bah e relativa dormita di Gatti. Motta è costretto a schierare Locatelli al centro della difesa dopo il guaio muscolare che toglie di mezzo Kalulu, ma è tutta la Juve che sbanda paurosamente. Il pubblico prima rumoreggia, poi fischia in maniera sempre più convinta: appena prima dell'intervallo, Perin ipnotizza Pavlidis che calcia quasi a botta sicura tenendo così aperto il match.
La musica non cambia troppo nemmeno a inizio ripresa, perché il Benfica ha gioco facile nel ripartire dopo avere recuperato palla: la Juve trotterella, il possesso palla è quasi fine a se stesso e Vlahovic non riceve palloni giocabili. Kokcu avrebbe la palla buona per il raddoppio, Di Maria si prende la scena spesso e volentieri, poi è Thuram a provare una conclusione dal limite senza troppe pretese.
Entrano anche Koopmeiners e Nico Gonzalez, la Juve ci prova e il pubblico smette di fischiare, Trubin si deve impegnare su Douglas Luiz, ma è Kokcu a chiudere la gara mettendo in evidenza tutta la pochezza della fase difensiva bianconera. Per la Signora, cala la notte.
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