Cesare Gasparri Zezza
Roma Roland Schell, tedesco, dal 2011 in Italia, prima come direttore generale e, quindi, presidente e ceo di Mercedes-Benz, da ottobre cederà il testimone al collega svizzero Marcel Guerry. Schell andrà a guidare la filiale spagnola della Casa di Stoccarda.
In tutti questi anni quante cose sono cambiate in Italia?
«Il mercato è tornato a crescere. Il lancio della nuova Classe A ha segnato l'inizio di un forte processo di ringiovanimento del nostro marchio. Una rivoluzione che continua oggi e sintetizzata nell'acronimo C.A.S.E., che definisce le linee guida della mobilità del futuro: Connessa, Autonoma, Condivisa, Elettrica».
Intanto, Mercedes è di nuovo leader tra i tedeschi premium.
«Siamo riusciti a ringiovanire il brand e anche i clienti sono più giovani. Le nostre auto sono ricche di contenuti e la qualità dei prodotti è un punto di riferimento assoluto».
Di cosa va più fiero?
«Oggi siamo i numeri uno del mercato dei tedeschi premium. Abbiamo lavorato con grande dedizione sulle reali esigenze dei clienti nei prodotti e nelle offerte commerciali innovative, come il Dynamic Lease, il noleggio pay per use».
Rimpianti?
Nessuno. Mi dispiace solo di dover lasciare l'Italia dove ho avuto modo di apprezzare quei valori che fanno grande questo Paese nel mondo. Tanti dei nostri fornitori sono italiani e rappresentano quella che mi piace chiamare l'Italia che va forte. Aziende di eccellenza a cui forse manca ancora la determinazione a fare sistema, per rendere questo Paese ancora più grande ed efficiente».
Che idea si è fatto dell'Italia?
«Dal 2012 a oggi siamo cresciuti del 50%. Sono ottimista, le persone hanno ricominciato ad acquistare beni di lusso, non solo vetture. Purtroppo ci sono alcuni provvedimenti che hanno frenato il naturale sviluppo di questo settore. Mi riferisco a misure fiscali come il superbollo, una tassa che invece di portare gettito allo Stato, ha contribuito soltanto a disperdere valore in termini di Iva, immatricolazioni, messa su strada e tantissime forme di indotto. In futuro, serviranno misure fiscali più lungimiranti e politiche mirate sul lungo termine, capaci di offrire un contributo decisivo nella strada verso una mobilità a zero emissioni e, allo stesso tempo, sostenere un comparto che da solo rappresenta l'11% del Pil».
I suoi rapporti con l'Unrae?
«Abbiamo avuto incontri con il nuovo presidente Michele Crisci. Sono certo che avremo modo di sederci al tavolo tutti insieme e trovare una strada per andare avanti con obiettivi comuni, in modo efficiente e sostenibile, nel senso più ampio del termine. L'Unrae è uno strumento fondamentale per parlare con un'unica voce condivisa alle istituzioni».
Dal 2019 la Volvo produrrà solo auto ibride ed elettriche. E Mercedes?
«Il Gruppo Daimler investe ogni anno 7,6 miliardi in ricerca e sviluppo e il 50% riguarda le tecnologie green. Un impegno che risponde alle esigenze di un mercato sempre più sensibile a valori quali efficienza ed eco-sostenibilità, con un peso crescente anche nel canale business, soprattutto all'interno di grandi multinazionali. La risposta a queste nuove esigenze del mercato flotte è già da tempo presente nella gamma di automobili della Stella, grazie anche alla progressiva introduzione di nuovi prodotti ibridi ed elettrici. Una strategia che ha aperto la strada al marchio EQ che terrà a battesimo una famiglia di veicoli elettrici completamente nuovi, con autonomia fino a 500 chilometri. Si darà vita a un vero ecosistema di elettrificazione: dalle stazioni di ricarica agli accumulatori domestici alimentati da energie rinnovabili».
Avete deciso di investire su Roma dove Mercedes-Benz avrà una nuova sede.
«Tre anni fa abbiamo deciso di rimanere a Roma dove tra pochi mesi entreremo nella nuova sede: la Mercedes 2.0. Un grande investimento per un progetto sostenibile e innovativo. Noi crediamo in questa città e questo è il modo più evidente per dimostrare la nostra vicinanza e il nostro impegno nella Capitale».
Italia e modello tedesco.
«In un matrimonio due persone sono diverse, ma insieme si completano. In Italia c'è la creatività e il buon vivere. In Germania siamo meglio organizzati. Insieme possiamo essere il motore dell'Europa».
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