Svelarono il doping di Stato in Russia: "Ma rischiamo la vita"

Gli Stepanov vivono in fuga negli Stati Uniti. "Gli atleti non potevano non sapere"

Svelarono il doping di Stato in Russia: "Ma rischiamo la vita"

Sono stati loro, Vitaly Stepanov e Yuliya Stepanova, a far finire sui giornali la questione del "doping di Stato" in Russia, talpe in un'inchiesta che ha scoperchiato il sistema.

Lei ex atleta sugli 800 metri, lui dipendente in un laboratorio a Mosca. Hanno denunciato una situazione che conoscevano bene e ora vivono negli Stati Uniti, in fuga, e sostengono di rischiare molto.

"Le autorità russe ci cercano da quando questa storia è iniziata, nel dicembre 2014 - sostiene Vitaly, in un'intervista che rilascia insieme alla moglie al Corriere della Sera -. Dovesse succederci qualcosa di brutto sappiate, anche in Italia, che non si tratta di un incidente".

Dopo avere svelato il sistema del doping di Mosca, e dopo che il profilo Adams (legato al sistema di controllo anti-doping) di lei è stato hackerato, gli Stepanov temono per sé stessi e per la vita di loro figlio Robin. "Nell'emergenza se ne occuperebbero amici super fidati", spiegano.

"Volevo colpire il sistema marcio", dice ancora

Yuliya, che assicura di non avere nulla contro il suo Paese o gli atleti in quanto tali. E il marito rincara però la dose: gli atleti a Rio "sanno perfettamente che il sistema è corrotto e insabbia le positività".

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