N on poteva esserci niente di meglio di questa (s)Ventura per parlare in modo realistico del calcio italiano. Dobbiamo un elogio al ct che non ha colpe irrimediabili: meglio guardare al valore dei suoi giocatori. Anzi, l'eliminazione dai mondiali sarebbe la miglior soluzione per ricominciare seriamente a gestir calcio e non frottole. Finalmente si sono tutti resi conto, a cominciare dagli azzurri, parole di Gigi Buffon, che questa squadra è molto più debole di quanto immaginavano. Andrebbe aggiunto che il calcio italiano non è il campionato italiano. Il campionato è reso dignitoso dai calciatori stranieri. La nostra nazionale non ha molto di meglio di quanto visto. Gli inglesi dicono che la serie A è migliorata perchè si segnano più gol, quando invece la storia italiana dice che dobbiamo preoccuparci: perchè si subiscono più gol.
L'ultima nazionale perderebbe contro i grandi club europei (Juve inclusa) e anche contro quelli di livello medio. Servirebbe ricominciare dal lavoro di base: colpevoli i tecnici che pensano solo a tattica e diagonali, anziché coltivare tecnica e qualità personali. Prendete Insigne: ha talento, ma è stato ingabbiato nel modulo. Da talentuoso fantasista è diventato un robot con talento: incapace di muoversi oltre le linee indicate dall'allenatore. Dove sta la personalità che fa la differenza? Potremmo chiederlo a tanti azzurri. L'ultimo centrocampo, schierato contro la Macedonia, è forse il peggiore di sempre. E in panchina non c'era di meglio. Gli infortunati sono un alibi: Verratti deve sempre sbocciare. E così invecchierà. I grandi vecchi sono al tramonto. Qui viviamo ancora nella scia del mondiale 2006, dimenticando dove sono finiti i giocatori di qualità.
Ventura ct non è peggio di Valcareggi, Bearzot, Vicini, Maldini. Ma, allora, erano altri i giocatori. Stavolta nessuno voleva quella panchina. Erano noti i grattacapi ai quali andare incontro, e non tanto per la troppo glorificata eredità di Antonio Conte.
La sua squadra ha ottenuto il minimo richiesto ad una nazionale all'Europeo. E lui, che ama la fuga quando se la vede brutta, anche stavolta (dopo il caso Juve) ha salutato prevedendo tempi cupi. In questo caso facile profeta.
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