Sydney 2000. La Idem naviga nell’oroGandola: «Una vitoria figlia dell’età»

A 36 anni la tedesca di Santerno che si allena nel parco di Mirabilandia regala all’Italia la medaglia che eguaglia il bottino di Atlanta ’96. Ed entra come un motoscafo nella leggenda. Gandola: «Tra mille guai esperienza e nervi saldi hanno fatto la differenza»

Così le pagine sportive del «Giornale» celebrano l’oro olimpico di Josefa Idem ai Giochi di Sydney 2000
Così le pagine sportive del «Giornale» celebrano l’oro olimpico di Josefa Idem ai Giochi di Sydney 2000

Josefa Idem, classe 1964, tedesca di Goch ma naturalizzata italiana, è un mito dello sport mondiale. Nella sua ventennale carriera ha vinto 38 medaglie tra Giochi olimpici, mondiali ed europei. Ha partecipato a otto Olimpiadi, da Los Angeles 1984 a Londra 2012, rappresentando nelle prime la Germania Ovest con un bronzo, e l'Italia nelle altre con un oro, due argenti e un bronzo. È l'atleta femminile con più Giochi olimpici disputati in assoluto. E così Giorgio Gandola sul «Giornale» racconta il suo oro a Sydney 2000..«È brava la mia mamma. Janec ha cinque anni e sventola una bandierina italiana. La sua mamma ha appena tagliato il traguardo su un motoscafo controvento: la sua canoa. Prima, oro, Josefa Idem alla quinta Olimpiade ce l'ha fatta. Ha domato la crudeltà del tempo e quella della natura, è stata più forte delle raffiche che s'abbattevano a 50 all'ora sul lago Penrith dalla mattina presto facendo volare tendoni, barche, speranze. A 36 anni questa tedesca di Santerno che s'allena nelle acque del parco giochi di Mirabilandia, ha dato all'Italia una medaglia statisticamente pesante: tredicesimo oro nel forziere, il bilancio di Atlanta è eguagliato. Se ha vinto la più veloce delle prove femminili (K1 500 metri), lo deve paradossalmente all'età. In una giornata lunghissima, costellata di rinvii e di nevrotiche attese, esperienza e nervi saldi hanno fatto la differenza. Mentre la favorita canadese Caroline Brunet piangeva in preda a crisi isterica, lei mangiava tortelloni e giocava con Janec.

Ha aspettato in riva al lago, s'è fatta prestare il timone da un'amica francese eliminata. Poi, quando finalmente gliel'hanno chiesto, Giuseppa è salita in canoa ed è andata a motore. Era già un miracolo non scuffiare con quelle raffiche». Giorgio Gandola (2 ottobre 2000)

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