Le pagelle di Isabella Calogero
8 al libro «Breathe» (Respiro).
Una propedeutica boccata
d'ossigeno. A Milano Andrew
McLardy ha raccontato di averlo
scovato in un ripostiglio a casa
sua in Sud Africa. Lo ha letto tutto...
di un fiato e ha immediatamente
messo in pratica sul campo da
golf le corrette tecniche di respirazione
che vi sono descritte. Risultato:
avendo ormai il respiropotente
come lo scoiattolo della Vigorsol,
nel corso delle ultime nove a
Milano... ha letteralmente gelato
le ambizioni di Nick Dougherty.
7 a Jeev M. Singh. «L'elogiodella
lentezza». Milan Kundera
quando scrisse questo romanzo
doveva avere ben in mente il golf
dell'indiano. Il quale, per swingare
con quella calma nirvanica che ha
ipnotizzato il pubblico di Tolcinasco,
deve evidentemente seguire
una dieta a base di solo pane e Valium.
Oppure, più semplicemente,
ha i neuroni da fachiro impostati
naturalmente sul rallentatore. Comunque meraviglioso.
7 al caddie di Paul Lawrie. Rottweiler con pedigree.
Andy«good
looking» (questo il nome-soprannomedel
portabastoni) ha catechizzato
pazientemente il suo
datore di lavoro dopo il disastroso
77 di apertura a Tolcinasco. Su
una panchina del driving range,
guardandolo dritto negli occhi, gli
ha tenuto le mani, l'ha consolato,
l'ha spronato. E poi - ringhiando -
l'ha murato vivo in campo pratica
fino alle otto di sera. Chiamasi la
teoria «della carota e del bastone».
5 a Markus Brier. A ragion veduta,
ribattezzato «Trophy»...
Se avessevintoluiilTelecomItalia
Open, si sarebbero registrati momenti
di grande imbarazzo-confusione
alla cerimonia di premiazione:
al canonico sollevamento della
coppa riservata al vincitore, sarebbe
stato davvero arduo distinguere dove iniziavano
le «orecchie» del
trofeo e dove invece finivano quelle
di Brier...
2 alle condizioni meteo del Telecom
Italia Open. Irritanti.
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