L'ex premier Tony Blair, a capo della Premier League, non è più una suggestione. Potrebbe davvero essere lui il successore di Richard Scudamore che abbandona l’incarico dopo 20 anni.
Blair, da quando ha lasciato il numero 10 di Downing Street, ha paradossalmente avuto una vita ancora più intensa. Prima come d'inviato speciale ufficiale del Quartetto sul Medio Oriente, fino al maggio 2015 e, in seguito, come capo della sua società di consulenze per importanti banche di affari come la Jp Morgan, aziende e politici e Paesi come Kazakistan, la Mongolia, Abu Dhabi, il Kuwait. Dal 2014, come ha svelato il Guardian, è pure lobbista per il consorzio che sta costruendo Tap e, a tal proposito, ricorda l’HuffPost, di recente ha incontrato Matteo Salvini proprio per discutere di questo. A concorrere alla successione di Scudamore, che in 20 anni ha portato i diritti tv della Premier da dai 670 milioni di sterline del 1999 ai 5,14 miliardi di oggi, ci sono anche altri importanti personaggi. Circolano, infatti, i nomi di Gavin Patterson, ex capo del BT Group, operatore telefonico privato britannico, e di Barney Francis, managing director di Sky Sports. Se Tony Blair diventasse il numero uno della Premier League, fa notare il giornale online di Lucia Annunziata, molto probabilmente dovrà affrontare un tema caro ai laburisti: il ritorno al tifo in piedi com’era una volta.
Rimettere mano alla regola del tutti seduti, che permette di controllare meglio la situazione dal punto di vista della sicurezza, non sarà facile ma potrebbe aiutare il partito che Blair ha guidato per più di un decennio. Secondo un sondaggio della Football League il 94% dei tifosi inglesi è favorevole al cambiamento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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