Restano urla e accuse. La Juve sotto tiro per quel rigore che nemmeno Conte è riuscito a ricusare. Agnelli che urla contro gli striscioni di indecenti tifosi. Sono tempi duri per la comunicazione juventina: una volta il tecnico dice la parolina in più, un'altra sono i tifosi a scrivere le paroline che fanno shock. Ci vorrebbe un bel reset di massa. Magari un corso accelerato del dire e saper dire, del tifare e saper tifare. Poi, naturalmente, non mancheranno i bianco neuri che giustificheranno gli oltraggi rifacendosi all'Heysel, sempre tirato dentro da gentiluomini di altre sponde.
Questa è l'Italia, ma l'Italia siamo noi. Tutti. Come dice e scrive l'Agnelli presidente che non si è potuto tirare indietro nel rimbrottare la beceragggine da striscioni, comunicando via Twitter: «Le tragedie non si toccano. Mai. No agli striscioni e ai cori canaglia. Tutti». Dove il tutti vuol acchiappare anche le offese alla memoria Heysel. Come dire: a ciascuno il suo. Ed ora la Juve attende il segnale dal giudice sportivo, se saranno curve chiuse allegria per i bambini che verranno ancora invitati.
Ma il post derby si porta dietro i mugugni dei torinisti per bocca di Urbano Cairo («Gli errori di Rizzoli sono evidenti: siamo stati penalizzati. Lui è un arbitro internazionale, forse non era in giornata...»), la trovata di capitan Glik che ha ritwittato il fotogramma del momento in cui il piede di Pirlo sgambetta El Kaddouri e il tweet-veleno di Meggiorini:«La forza Juve è il dodicesimo uomo...», poi cancellato con scuse. Un j'accuse a cui si è contrapposta la difesa, al limite dell'indecenza, del designatore Stefano Braschi per il suo arbitro dalla vista storta. Fra l'altro Rizzoli è stato convocato per dirigere al mondiale. Detta con Cairo: speriamo ci vada più in forma. Il designatore sostiene che «quel rigore si poteva vedere solo in Tv, non in campo: anche Ventura se n'è accorto dalle riprese a fine gara», mentre le immagini mostrano l'arbitro spostare perfino la testa per osservare meglio, in tal senso non certo aiutato dall'arbitro di porta posizionato per vederci di più. Così diventa perlomeno geniale aggrapparsi alla scarsa attenzione di Ventura, quando invece l'arbitro è a due passi solo per vedere.
Ma il post derby continua a nutrirsi dei mugugni di Conte che, in quanto ad alibi, sta facendo seria concorrenza a Mazzarri. Il nuovo problema si chiama Europaleague con quel calendario che rende stritolante e più affaticante anche il campionato. Certo, sarebbe bastato rimanere in Champions... Il tecnico bianconero, ormai da giorni, si sta lamentando del poco tempo disponibile per far riposare la squadra fra un match e l'altro, aggravato dal giocare il giovedì e non poter posticipare il campionato al lunedì, almeno nella sfida con il Milan. In realtà stavolta c'è di mezzo l'impegno della nazionale, mercoledì 5 marzo, in Spagna. E il campionato non può posticipare. Più preoccupante il calendario, che propone l'ipotesi di 9 partite in 32 giorni, partendo dalla sfida di domenica con il Milan, e con il rischio di sfidarsi con la Fiorentina per tre volte in 11 giorni, se entrambe passeranno il turno di Europa League. Per poi chiudere con il Napoli il 30 marzo, dopo il turno infrasettimanale al mercoledì contro il Parma.
Per il momento i problemi sono Trabzonspor e Milan e Conte ha illustrato le sue angosce: «Torniamo venerdì, abbiamo poche ore per riposare. E la domenica sera siamo in campo a San Siro». Oggettivamente una faticaccia. Ma è pur vero che le date di Europaleague erano note da tempo.
Eppure Conte ha trovate del peggior Mourinho: «É incredibile, si è fatto il massimo per metterci in difficoltà». Magari preoccupato dal fatto che domenica i turchi sono riusciti a vincere la prima partita del 2014: quasi un complotto del sior pallone.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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