Una corsa a tappe di tre settimane è fatta sia di protagonisti che di comprimari e gregari, il cui lavoro oscuro spesso è preziosissimo per coloro che poi finiscono in prima pagina. E ci sono anche i giorni di difficoltà e le crisi di chi ambiva a posizioni di vertice e deve invece rassegnarsi alle retrovie. Ecco le pagelle di chi al Tour le copertine le ha viste di rado, ma ha i numeri per essere protagonista domani o lo è stato ieri.
Van Garderen 6 - Il podio era alla sua portata, ma soffre della sindrome della terza settimana. Una giornata di crisi gli capita sempre e il Tour numero 101 non fa eccezione: sceglie la frazione peggiore per andare in difficoltà, il tappone pirenaico di Pla d'Adet. A complicargli le cose i pochi km a cronometro, ma deve crescere ancora.
Bardet 6,5 - Il suo Tour è in linea con quello di Van Garderen: due settimane brillanti che lo stavano proiettando sul podio, poi il calo nella terza settimana e la decisione di sacrificarsi per Peraud. In più ci mette il coraggio, la voglia di provarci e il gusto per l'azione tutta istinto. È uscito battuto nel confronto diretto con l'americano, ma ha margini di miglioramento più ampi.
Mollema 4,5 - Per lui la terza settimana è un vero e proprio incubo. La scorsa stagione perse il podio, quest'anno ha sofferto su tutte le salite pirenaiche e ha preso un'imbarcata da antologia nella crono. Resta nella top ten, ma è un risultato da buttare per uno che puntava a migliorare quanto fatto l'anno scorso.
Martin 8,5 - Una sola parola per descrivere il suo Tour: impressionante. Vince una tappa con una fuga da lontano e il giorno dopo tira fin dalla mattina per Kwiatkowski. In pianura mette in fila il gruppo quando c'è da preparare una volata, e la vittoria a cronometro con distacchi abissali è quasi scontata.
Gallopin 8 - Si aggiudica una tappa e indossa la maglia gialla il 14 Luglio. Può un Francese chiedere di più? In una Lotto in cui l'uomo di classifica va alla deriva e il velocista di punta azzecca una sola volata, è lui a salvare il bilancio del team.
Kristoff 7,5 - Lo sprinter inatteso, nonostante quest'anno abbia vinto la Milano-Sanremo. Due vittorie e un secondo posto prestigioso nella volata di Parigi, ad un soffio da Kittel. La Katusha lo deve ringraziare, perchè senza di lui il bottino del team russo sarebbe stato ben più magro.
Greipel 5,5 - Fuori Cavendish, ci si aspetta un duello tutto tedesco fra lui e Kittel. In realtà riesce soltanto una volta a battere il connazionale, pur spremendo tutti i giorni la propria squadra per inseguire i fuggitivi. Anche la sua parabola sembra in discesa al cospetto dei nuovi sprinter.
Voeckler 5 - Tante fughe, ancora più smorfie e linguacce, ma nessun risultato. Il classico fumo senza arrosto. Ci prova diverse volte, ma il Voeckler di qualche anno fa le fughe giuste le indovinava senza sforzo, portando a casa tappe o maglie gialle. Quest'anno fa un buco nell'acqua.
Van den Broeck 4 - Un altro scalatore respinto dalla classifica generale. Puntava al podio, finisce addirittura fuori dai primi dieci, senza mai farsi notare. Perde le ruote dei migliori ancor prima che si cominci a fare sul serio.
De Marchi 6,5 - Figura d'altri tempi, corridore col gusto dell'impresa e amante della fuga da lontano. Ahi lui non viene premiato con la ricompensa più grossa, ovvero la vittoria di tappa, ma viene designato come ciclista più combattivo. Notevole la quantità di chilometri in solitaria col vento in faccia.
538em;">Trentin 7 - Arriva sempre puntuale all'appuntamento. Ha avuto una sola occasione per vincere e l'ha colta, così come fece lo scorso anno. Corre da gregario, ma meriterebbe di potersi giocare le sue chance, vista la confidenza con la vittoria che sta mostrando.
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