Ma il Bar Sport è roba seria

Intanto partiamo dal positivo: per 'Maxinho do Brasil' - telecronaca più talk, anzi, telecronaca-talk visto il numero di voci che si sovrappongono - il direttore di RaiSport Mauro Mazza non ha ingaggiato il suo amico di tifo (laziale) Pino Insegno, peraltro bruscamente estromesso da 'Reazione a catena'. Purtroppo, però, per come vanno le cose da quelle parti, la catena della reazione vira al peggio. Invece di Pino Insegno c'è Max Giusti, ma anche il bar sport è un format e non solo la messa in caciara dell'avvenimento agonistico, per l'occasione la partita inaugurale tra Brasile e Croazia. Orbene: Marco Civoli fa la telecronaca, Vincenzo D'Amico il commentatore, Giusti il guastatore, nelle intenzioni, alla maniera della Gialappa's. Il tutto arricchito, si fa per dire, da inserti con canzoni folk croate, il verso di Hulk (punta verdeoro) per l'autogol di Marcelo o la sua stessa sostituzione. Poi ci sono i famigerati social network: “Abbiamo un twitter(!) di un telespettatore”, gongola Giusti passando il testimone alla valletta Pamela: “Un tweet che dice...”. Civoli tiene duro, snocciola nomi, ricorda la Croazia terza del '98 sciorinando l'intera formazione. D'Amico mostra di non gradire l'atmosfera goliardica, vorrebbe parlare di calcio e intanto picchia duro sull'attacco del Brasile con Fred e Hulk non all'altezza. Quanto alla statura del bar sport, neanche nei peggiori di Caracas si può sentire “Olic scappa sulla sinistra” (Civoli), “ma il Brasile gli dà il 41 bis” (Max Giusti).

Oppure, sempre Giusti, “pare che il cognato di Nishimura (l'arbitro) una decina d'anni fa fosse riserva del Giappone, tipo Jocopocomajoco”. A fine serata qualche anima buona lancia il salvagente: “Mi dicono che devo dire tweet e non twitter...”.