Troppa pressione, prova incolore dell'Italrugby. Ora in Scozia c'è da evitare il cucchiaio di legno

Tanti errori e letture sbagliate. Il ct azzurro: "Abbiamo concesso mete troppo soft"

Troppa pressione, prova incolore dell'Italrugby. Ora in Scozia c'è da evitare il cucchiaio di legno

Roma. A guardare i parziali dei secondi tempi l'Italrugby lotterebbe per il vertice. E invece la classifica dice altro: ancora una volta ultimi con il Galles che resuscita all'Olimpico, ci rifila 4 mete e ci prenota un altro cucchiaio di legno per la nostra bacheca. Finisce 29 a 17, paradossi del rugby con l'Italia che questa volta regala almeno tre mete al bottino dei Dragoni. Sul piano del gioco gli azzurri appaiono superiori. Possono fare la differenza, dettare la linea, tenere il pallino del gioco. E invece si perdono in un bicchiere d'acqua. Basta meno di mezzo tempo per fare scappare i gallesi. Un rimbalzo su un malefico calcetto dietro le linee apre per Rio Dyer la strada per la prima meta. Sei minuti più tardi Liam Williams infila una diagonale saltando come birilli quattro placcatori azzurri. 15 a 3, quasi un deja-vu se è vero che nelle prime tre partite sono stati 17,3 i punti concessi dagli azzurri nei primi 30 minuti. Questione di tempo perché la meta tecnica concessa dall'arbitro australiano Murphy trasforma in comoda discesa un finale del primo tempo che si chiude con un inequivocabile 22 a 3 per gli ospiti. Tutto facile, servito su un piatto d'argento da un'Italia che appare superiore sui raggruppamenti, ma incerta e poco disciplinata in fase di utilizzazione. I due cartellini gialli (Lorenzo Cannone e Bruno) pesano il giusto ma fanno male di più i palloni persi e le dissennate scelte di gioco palla in mano che i Dragoni hanno controllato con relativa facilità. Una partita che l'Italia ha buttato nell'indifferenziata. Possessi regalati, palloni trasmessi con sufficienza, piccole macchie che non pareggiano i recuperi «monstre» di Morisi e Nicotera nel disperato tentativo di risalire la china. Nella ripresa subito segna Negri sfondando per vie centrali su un calcetto di Allan. Poi la meta di Brex anche qui aprendo la difesa gallese. In mezzo il solito regalo con Faletau che sfrutta l'ennesima distrazione difensiva dell'Italia. Sul finale ci si illude ma si va a sbattere e il punteggio non cambia. Al termine Kieran Crowley se la prende con la meta tecnica: «Magari senza quella meta tecnica le cose sarebbero andate diversamente potendo andare a -5. - dice il cittì - Restano le mete troppo soft che abbiamo concesso».

Sui primi minuti capitan Lamaro ammette: «È un fatto, era capitato prima dell'Irlanda - afferma - è capitato con l'Irlanda ed anche ora è stata la stessa cosa. Dobbiamo trovare il modo per metterlo a posto». L'importante sarà farlo prima dell'ultima fermata, a Edimburgo, sabato prossimo.

Si rischia il cucchiaio di legno.

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