Uruguay nostra bestia nera? La prova del 9 non funziona

Tante sono le volte che abbiamo incrociato la Celeste. Bilancio a suo favore: tre vittorie e due ko. Ma ai Mondiali non abbiamo mai perso e preso gol

Luis Suarez ed Edinson Cavani esultano dopo l'1-0 contro l'Inghilterra
Luis Suarez ed Edinson Cavani esultano dopo l'1-0 contro l'Inghilterra

Cominciamo con un dato statistico: l'Uruguay è una delle pochissime nazionali, cinque per l'esattezza, con cui l'Italia ha un bilancio negativo. Come il Brasile, come la nostra bestia nera Croazia. Con la Celeste ci siamo incrociati 9 volte: 2 volte abbiamo vinto, 4 pareggiato e per 3 abbiamo perso. Solo statistiche, per carità, ma potrebbero essere un segnale. Se però restringiamo l'analisi ai precedenti mondiali, le cose cambiano. Non solo l'Uruguay non ci ha mai battuto, ma non ci ha mai segnato neppure un gol. I precedenti sono solo due, per carità, ma magari può essere un segnale anche questo...

Solo nove confronti, dunque, tra due squadre che hanno fatto la storia del calcio mondiale. D'altra parte dobbiamo considerare che nei primi sessant'anni di vita della nostra Nazionale, azzurri e Celeste si sono affrontati una sola volta, nel 1928, alle Olimpiadi di Amsterdam che, in Era premondiale, rappresentavano l'equivalente di quella che sarebbe poi stata la coppa Rimet. E l'Uruguay di quei tempi era paragonabile alla Spagna degli ultimi tempi, la squadra che insegnava calcio a tutto il mondo, che vinse due Olimpiadi e un Mondiale nel giro di sei anni e che mise sotto anche l'Italia quando la incrociò nelle semifinali del torneo a cinque cerchi. Era l'Uruguay che due anni dopo avrebbe vinto il primo mondiale della storia: da Andrade a Gestido, da Cea a Scarone e Petrone che poi sarebbero venuti a giocare nell'Inter e nella Fiorentina. Perdiamo 3-2: ci illudiamo con un gol di capitan Baloncieri, ma loro ci surclassano in un quarto d'ora con Cea, Campolo e Scarone. Levratto, il “centrattacco” cantato dal Quartetto Cetra, rende solo meno amara la sconfitta.

Toccata e fuga: prima di ritrovare gli uruguagi passano 42 anni e due coppe Rimet a testa. Li rivediamo ai mondiali del Messico nel '70, inseriti nello stesso girone, proprio come oggi. Ne esce uno 0-0 frutto della paura e della prudenza con cui le due squadre si affrontano. Riva e Boninsegna non colpiscono, ma la nostra difesa è blindata. Mazurkiewicz e Albertosi, i due portieri, firmano lo 0-0 e tutte e due passano il turno. Poteva essere così anche oggi, ma la Costa Rica ha rovinato tutti i piani...

Nel Capodanno '80-81 l'Uruguay celebra i cinquant'anni del primo mondiale, organizza il Mundialito e invita tutte le squadre campioni del mondo. L'Italia è nel gironcino dei padroni di casa e subisce un netto 2-0: nel primo tempo si gioca a calcio, nel secondo si fa a botte, segnano Morales su un rigore discutibile e Victorino futuro centravanti del Cagliari, mentre Cabrini e Tardelli vengono espulsi con l'uruguayano Moreira.

Per trovare un altro confronto ufficiale bisogna invece arrivare al 1990, al mondiale italiano. Gli azzurri vincono il girone alla grande, l'Uruguay del primo Tabarez fatica e passa tra le terze ripescate. Negli ottavi si affrontano a Roma. Gli azzurri soffrono la difesa uruguagia blindata attorno a Gutierrez e De Leon: per passare bisogna aspettare il 65' quando Schillaci accende una delle sue notti magiche con un gran tiro da fuori. Poi un colpo di testa di Aldo Serena scaccia definitivamente ogni dubbio.

Negli ultimi vent'anni solo un paio di amichevoli (tra cui un ko per 1-0 a Roma un paio d'anni fa) prima della finalina della Confederation cup brasiliana di un anno fa. Ci arrivano due squadre un po' cotte, ne esce un 2-2 sbloccato solo dai calci di rigore che danno il terzo posto all'Italia.

Un 2-2 che, guarda caso, andrebbe benissimo anche oggi: doppietta del Matador Cavani da una parte, gol di Astori e Diamanti dall'altra. Il Matador c'è ancora, ma chi metterà la firma al posto dei due azzurri cancellati dal gruppo Prandelli?

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