È un Tour grandi firme che non annoia, ma sublima questo sport. I suoi officianti sono tutti di rango e, di conseguenza, chi vince non fa altro che accrescere il prestigio di una corsa che ha tutto. Dopo la doppietta di Tadej Pogacar ecco servita anche quella di Wout Van Aert, che una certa parte della critica vuole come eterno secondo, pur sapendo perfettamente che questo ragazzo assetato di vittorie si nutre di corse e chilometri e se ha un limite è quello dell'esuberanza, del suo continuo osare sempre e comunque, come a Longwy.
Ieri è paziente e attende la rampa finale che conduce il gruppo a Losanna. Attende e ragiona, prima di sprigionare sui pedali watt e frequenze che lo portano a vincere la sua seconda tappa in questo Tour e a rafforzare la maglia verde della classifica a punti, dopo aver vestito per quattro giorni anche quella gialla. Ottava vittoria di tappa al Tour, settima stagionale, 32a in carriera: questi i numeri di un ragazzo che nel ranking mondiale è il numero due del mondo, secondo solo a Tadej Pogacar. E a proposito della maglia gialla slovena, anche stavolta è lì. In modalità controllo. Dà l'impressione di non voler aprire il gas, ma non alza nemmeno il piede dall'acceleratore. Si limita ad andare dietro a Van Aert e Matthews, per poi piazzarsi terzo e portarsi in albergo anche 4 di abbuono su Vingegaard che ora è alle sue spalle a 39.
È un Tour grandi firme, dove i grandi se le danno di santa ragione a viso aperto. Otto tappe, di cui quattro finite per il momento al numero uno e due del mondo. Quella inaugurale ad un cacciatore di classiche come Yves Lampaert e poi due volate tra due grandissimi uomini-jet: Fabio Jakobsen il sopravvissuto e Dylan Groenewegen il cattivo -. Tra questi l'attempato Simon Clarke, che vince a Porte du Hainaut.
Oggi le Alpi. Si parte dalla sede dell'Unione Ciclistica Internazionale (UCI, ndr) a Aigle, piccolo comune elvetico situato nel Canton Vaud, per arrivare a Chatel Les Portes du Soleil. La tappa prevede subito dopo 37 km, la Côte de Bellevue (4° categoria), mentre nella seconda parte di gara, i corridori affronteranno in sequenza il Col des Mosses (2° categoria) e il Col de la Croix (1° categoria). Sono un primo assaggio di montagne, prima di quelle vere.
Primi brividi per un Pogacar inattaccabile, ma sono i casi di Covid a preoccupare la maglia gialla. Ieri a casa ci sono finiti il francese Bouchard e il norvegese Laengen: quest'ultimo compagno di squadra di Pogacar. Forse per lo sloveno è davvero il Covid il vero avversario.
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