Il Milan si butta via

Il Var salva i rossoneri da un clamoroso ko al 94' e fa infuriare il Lecce. Pioli nel mirino per aver sprecato due gol di vantaggio per colpa dei cambi, ma anche per i troppi infortuni Ieri si sono fermati Leao dopo appena dieci minuti e C

Il Milan si butta via
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Non è una sconfitta - cancellato dal var il 3 a 2 leccese in pieno recupero di Piccoli a causa del pestone su Thiaw - ma vale una pesante e dolorosa sconfitta. Sia per il Milan che raccoglie la miseria di un punto in tre partite e soprattutto per Stefano Pioli, il tecnico responsabile per suo conto anche di qualche strafalcione oltre che del numero industriale di infortuni muscolari. La spiegazione del paradosso è sotto gli occhi di tutti: per la seconda volta nel giro di qualche settimana, il Milan parte davanti due volte esibendo calcio geometrico ed efficace, sfiora (palo di Reijnders) il 3 a 0 ma poi nella ripresa cambia faccia, perde smalto e lucidità e si lascia raggiungere nel giro di 7 minuti fino a rischiare addirittura il tracollo finale grazie a un Lecce dalle sette vite (decisivi i cambi di D'Aversa Blin e Sansone autore di un palo).

Dopo una prova riferita al primo tempo - brillante della difesa rossonera (da Maignan super-parata su Banda, Thiaw e Tomori impeccabili) il primo gol subito da calcio d'angolo, è identico a quello incassato dal Psg a dimostrazione che c'è una fragilità complessiva a difesa piazzata, errore ripetuto in occasione del 2 a 2 di Banda. Nel finale, per completare il sabato nero c'è il rosso di Giroud espulso per le proteste reiterate (per un mani di un difensore leccese fuori area).

Ma dove finiscono i meriti del Lecce, cominciano le responsabilità di Stefano Pioli. Che riguardano innanzitutto la seconda sostituzione effettuata dopo l'intervallo: Musah terzino al posto di Calabria (affaticamento flessore sinistro) per arginare il più pericoloso dei pugliesi, Banda, è una scelta molto stravagante. E infatti proprio l'americano perde la palla che fa ripartire l'azione del secondo gol del Lecce. Poi c'è la questione di fondo: il tema degli infortuni. Come nella sfida di Napoli, ci sono anche a Lecce tre caduti per danni muscolari. Prima di cominciare Loftus Cheek è di fatto inutilizzabile («Non ha smaltito la fatica della Champions» la spiegazione del tecnico); dopo 9 minuti, al culmine del primo scatto sull'erba umida, si blocca Leao (flessore gamba destra); all'intervallo si arrende Calabria (flessore gamba sinistra).

La contabilità complessiva degli infortuni (20 fin qui) è inquietante ormai e lo stesso Pioli deve ammettere che «non può essere sfortuna; stress fisico e mentale per le tante partite giocate sono un motivo, ma ne stiamo subendo veramente troppi». Su questo versante la sosta delle nazionali arriva al momento giusto perché consente di fare il punto sul deficit del Milan che si ripete da tre anni a questa parte. Sotto processo, naturalmente, la preparazione fisica.

E nemmeno l'ingresso di Ibra, con la casacca Redbird, può risolvere la questione. Qui, detto in maniera brutale, non c'è una terza via: o si cambia il team dei preparatori oppure si sostituisce in blocco lo staff tecnico.

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