
Conceiçao e il Milan restano tra due fuochi. Da una parte c'è un turno di campionato che - grazie agli scontri al vertice tra Lazio-Napoli e Juve-Inter - promette di far guadagnare - sul piano teorico - qualche posizione in classifica dove peraltro il quinto posto in Champions non è più così sicuro (superati dalla Spagna) come due settimane prima. Dall'altra c'è il categorico obiettivo di centrare la promozione ai play off offrendo il meglio del Milan nella sfida di San Siro, martedì prossimo, contro il Feyenoord (da rimontare con 2 gol di scarto il risultato). Il tempo stringe e serve - e si misurerà - il contributo delle alternative rese indispensabili dalla sequenza dei due impegni: stasera a San Siro contro il Verona, martedì sempre a Milano in Champions. Perché bisogna ripartire proprio dalla notte deludente di Rotterdam per procedere ai cambi indispensabili. E per farlo bisogna riannodare il nastro con talune prestazioni singole, a cominciare da quella di Walker che ha già giocato ininterrottamente da quando è arrivato (coppa Italia, campionato, Champions) per passare a quella di Christian Pulisic apparso con le gomme sgonfie, per la prima volta: Chukwueze è il candidato numero uno alla sostituzione.
A sostegno della tesi «vale cambiare solo per migliorare», intervengono una serie di recuperi preziosi. Conceiçao infatti può riavere a disposizione Musah (squalificato in Champions), Bondo convocato (per la panchina), più Sottil e Jimenez fuori lista Uefa ma utilizzabili nel campionato domestico mentre Loftus Cheek è ancora lontano dal ritorno alla piena attività. In questo scenario si muove il tecnico che non può certo dire d'essere stato lasciato solo dal club visto che proprietà e dirigenti (mai visto tanto assiduamente Ibra a Milanello) hanno investito sul mercato di riparazione secondo le sue indicazioni. Può darsi che lo schema utilizzato ricalchi perfettamente le scelte eseguite a Empoli prima di volare a Rotterdam e cioè uno schieramento con molti ricambi prima di far ricorso massiccio alla panchina a inizio di ripresa. Piuttosto il nodo da sciogliere, ancora una volta, è legato appunto al sistema di gioco: il 4-4-2 non ha funzionato, i 4 tenori possono tornare utili se c'è da risalire la china di una partita, non in partenza quando sono più importanti gli equilibri tattici della squadra.
Questo significa che, per esempio, lasciare il centrocampo con due sole pedine (Fofana e Reijnders) come a Rotterdam può diventare un azzardo. E il Verona, che pure è stato maltrattato dall'Atalanta nel precedente turno, è in grado di procurare qualche contraccolpo a un Milan a trazione esclusivamente offensiva.
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