La botta di Vettel, la paura di Leclerc e la solita magia di Lewis Hamilton. Il decimo gran premio di una stagione che rischiava di essere banalizzata dallo strapotere della Mercedes conferma fin dalle qualifiche che il grande romanzo della Formula 1 ha sempre qualche sorpresa nascosta tra le pagine. Il tutto amplificato dalle bollicine che continua a regalarci la Formula 2 con una nuova vittoria di Mick Schumacher, sempre più leader del campionato e sempre più unico raggio di luce nel buio pesto ferrarista. Vettel che finisce contro un muro, perdendo due volte la macchina in quattro curve in qualifica, è un episodio abbastanza inedito anche per il Seb pasticcione degli ultimi anni. Ma finire contro un muro e rimbalzare in mezzo alla pista proprio davanti al compagno in uscita da una curva cieca è qualcosa che va ancora oltre. La stagione Ferrari, già devastante per i risultati terribili (per la terza volta nessuna auto in Q3), ha rischiato di trasformarsi in qualcosa di ancora più doloroso. Se Charles non avesse avuto i riflessi prontissimi l'impatto avrebbe potuto avere un effetto tragico per tutti e due i ferraristi, anche se le monoposto di Formula 1 non sono fragili come quelle americane dei tempi di Zanardi È andata bene. Almeno questo in una giornata in cui Leclerc, dopo la paura, ha provato anche la rabbia come si è visto quando è rientrato ai box eliminato in Q2. Una reazione tosta, la più scenografica della sua ancora giovane carriera. Charles ce l'aveva con i box. Gli hanno comunicato che aveva solo un secondo per non prendere bandiera, lui è rimasto incollato a chi lo precedeva (Kvyat) e ha rovinato il suo giro. Un altro piccolo pasticcio perché comunque anche lui è stato poco furbo Charles era convinto di avere la chance per passare il taglio, ma sinceramente tra partire 11° (scegliendo le gomme) o 8°, sarebbe cambiato poco. A stupire è la sua rabbia, il suo nervosismo. Sta lasciando venire a galla reazioni che ricordano Giovannino Alesi. Anche lui era rimasto ingabbiato in una Ferrari che non andava proprio
Sono giorni così e non finiranno presto. Quel che invece sta per finire è il record di Michael Schumacher e delle sue 91 vittorie. Hamilton oggi ha un appuntamento con la storia. Se riuscirà a non farsi prendere la scia da uno scatenato Verstappen al via, avrà 53 giri per pensare come festeggiare il suo aggancio a Schumacher. Nei giorni scorsi ha cercato di minimizzare, ma non sarebbe da lui festeggiare senza nulla di speciale.
Basta ricordare cosa fece, quando eguagliò il record di pole di Senna. Anche per Lewis che sta sbriciolando i loro record, Ayrton e Michael restano dei miti, dei punti di riferimento, delle pagine, anzi dei libri interi di storia.
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