La prima volta di Sarri nell'Europa che conta parte da Milik e Callejon

Lo spagnolo e il polacco si dividono l'eredità del Pipita. Il tecnico debutta nel grande calcio

La prima volta di Sarri nell'Europa che conta parte da Milik e Callejon

Il ritorno in Ucraina e a Kiev dopo 488 giorni dalla dolorosa sconfitta con il Dnipro che negò a un passo dal traguardo la finale europea alla truppa partenopea, incrocia tre storie del Napoli di oggi. Quella di Callejon, la «pepita d'oro» del gruppo per la sua versatilità; quella di Milik, il predestinato che a 22 anni ha già segnato più di Higuain, Suarez e Ibra alla sua età; quella di Sarri, l'ex bancario debuttante in Champions a 57 anni e venti di gavetta in 17 squadre diverse. Al Napoli la partecipazione ai gironi di Champions mancava dal 2013, quando la squadra di Mazzarri riuscì nell'impresa al contrario di uscire dalla competizione con 12 punti, complice una differenza reti peggiore delle avversarie. Stasera a Kiev riprende una storia interrotta bruscamente e negata la stagione successiva alla truppa di Benitez da un preliminare fallito.

Dal Pipita alla «pepita» Josè Maria Callejon, l'uomo insostituibile. Un passato nel Real e ora un presente da capocannoniere in A. Esattamente come Higuain, con il quale condivide l'anno di nascita (1987) anche se più vecchio di dieci mesi. Lui la nave di De Laurentiis non l'ha abbandonata nonostante qualche leggero mal di pancia in tempi ormai lontanissimi, anzi ha rinnovato il contratto fino al 2020. Ritenuto elemento indispensabile da Mazzarri, Benitez e da Sarri, negli ultimi quattro campionati ha saltato solo una partita (con il Sassuolo per squalifica). E un'azione nell'ultima partita di Palermo ha descritto in maniera perfetta la sua versatilità che tanto piace agli allenatori: bravo in copertura, veloce nelle ripartenze e freddo sotto porta. Quattro le reti già segnate in tre gare di campionato che lo riportano indietro al novembre 2014, quando era capocannoniere del Napoli, 15 i suoi centri nelle Coppe.

Per ora è stato lo spagnolo a raccogliere la pesante eredità di Higuain, ma lì al centro nel tridente partenopeo c'è uno con un doppio 9 sulla maglia. Il predestinato Arkadiusz, per tutti Arek, Milik, nativo di Tychy, cittadina che ospita una delle grandi fabbriche della Fiat in Polonia. Mancino, buon fisico ma anche ottimo dinamismo e tecnica. E vero bomber di razza, che già a 16 anni aveva sostenuto due provini in Inghilterra con Reading e Tottenham. Il grande palcoscenico lo assaggia con il Bayer Leverkusen, poi la consacrazione nell'Ajax e all'ultimo Europeo, diventando l'attaccante polacco più giovane a fare gol. La doppietta al Milan è stato il suo primo marchio italiano, ora si attende l'acuto in Champions, già giocata con i Lancieri.

Per Maurizio Sarri sarà invece il debutto sul palcoscenico continentale più prestigioso. Una serata speciale, sognata da quando calcava i campi di Seconda Categoria, ma che non cambierà il suo approccio: aplomb, modi spicci e tuta invece di giacca e cravatta. E nell'Europa d'élite, nella quale avrebbe voluto incontrare subito il Barcellona perchè voleva godersi lo spettacolo, vuole riproporre quel calcio fatto di pressing alto, possesso palla e verticalizzazioni. «Nessuna emozione, sono proiettato sulla partita - così Sarri -. Stasera gara agevole sulla carta? Se un'italiana affronta lo Shakhtar ci si preoccupa, ma la Dinamo Kiev è più forte perchè l'anno scorso è arrivata nettamente davanti allo Shakhtar e diventa una sfida facile...

Sarà un incontro arduo in un girone molto equilibrato in cui tutte possono passare il turno».

La spedizione ucraina è partita con un piccolo brivido (i problemi di passaporto per Albiol), ora i tifosi azzurri sperano di viverli per la prova della squadra.

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