Zamparini, da mangia allenatori a "mangiato" dagli allenatori

Il no di Iachini a tornare, Ballardini via, ora Schelotto lascia perché senza licenza

Zamparini, da mangia allenatori a "mangiato" dagli allenatori

L'argentino Guillermo Barros Schelotto è un uomo fortunato. Da quasi tecnico del Palermo è riuscito nell'impresa di non farsi cacciare da Maurizio Zamparini. L'irascibile presidente non ha avuto il tempo materiale. Se ne va Schelotto per problemi burocratici, non gli danno il patentino, l'Uefa dice che ci vuole ancora un anno e mezzo e lui non se la sente di andare avanti.

La legge del contrappasso si abbatte, dunque, su uno che tra le presidenze di Venezia e Palermo ne ha cacciati 53 di allenatori. Gente come Spalletti, Pioli, Zaccheroni, Guidolin, Ventura, tutti con l'onta dell'esonero che non fa buon curriculum. E proprio ora che si era convinto di tenerne uno per un po' («lui porterà avanti un nuovo progetto») a Zamparini glielo levano. «Me ne vado, non ho la licenza, non me l'hanno approvata», ha dichiarato l'ex tecnico rosanero prima di fare i bagagli e tornare in Argentina.

Così la girandola dei tecnici fa segnare il quinto cambio d'allenatore di questa stagione, il sesto se contiamo anche il fantasma Schelotto, che in panchina c'è andato solo come dirigente. E, cosa più importante, si inverte la tendenza: ora se ne vanno via loro prima che decida lui, è il caso di Ballardini, o si rifiutano di tornare come Iachini (il primo a essere esonerato in questa stagione). Fatto sta, ora arriva Giovanni Bosi. Il tecnico della Primavera è stato ufficialmente promosso dal patron, in cerca di una stabilità che sembra davvero estranea ai meccanismi della società rosanero, abituata ai cambi di rotta. Quanto a Schelotto è durata appena 29 giorni la sua avventura palermitana.

Alla guida, e non in panchina, perché l'allenatore argentino, da bordo campo, durante le partite non ha mai potuto dare indicazioni direttamente alla squadra. Fin dall'arrivo in Italia, lo scorso 11 gennaio, infatti, Schelotto si era sempre dovuto avvalere della collaborazione in campo di Giovanni Tedesco.

E, ieri, l'argentino ha scoperto che, nonostante un tentativo di ricorso all'Uefa, le pratiche per ottenere l'abilitazione sarebbero durate oltre un anno. Così ha comunicato la decisione di lasciare. È giunto a Boccadifalco, ha salutato la squadra e ha raccolto gli effetti personali. Buon per lui.

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