Tre bombolette di gas narcotizzante e paralizzante. Di libera vendita in Germania, in Svizzera, in tanti Paesi nordici, ma non certo in Italia. Le hanno rinvenute martedì i carabinieri della compagnia Porta Magenta e della stazione Barona durante lo sgombero di un edificio delle Ferrovie dello Stato in viale Cassala. Si tratta di una di quelle costruzioni dismesse che si trovano lungo le rotaie. E nella quale avevano trovato rifugio 18 romeni, dieci uomini e otto donne, tre famiglie in tutto. Stranieri con alle spalle raffiche di precedenti: dalla rapina, al furto, fino allo sfruttamento della prostituzione. E, a proposito di furto, poiché nelledificio sono state trovate anche delle enormi cesoie (di quelle usate per scassinare le entrate delle abitazioni o comunque per spaccare i lucchetti) i militari hanno pensato a un ovvio connubio tra queste e le bombolette di gas: introdursi nelle abitazioni, magari nottetempo, per poter far man bassa significa anche dover spesso neutralizzare i residenti.
Oltre ad essere sgomberate, le tre famiglie sono state anche denunciate per occupazione abusiva di edificio pubblico, violenza privata e furto di energia elettrica. I romeni sono anche accusati di ricettazione: nello stabile, infatti, i carabinieri hanno trovato televisori, monili doro e computer. Resta, naturalmente, la novità delle bombolette di gas paralizzante, una sorta di curiosa «novità» nei ritrovamenti durante gli sgomberi.
Sempre gli stessi militari hanno quindi sgomberato una baraccopoli al Giambellino, in via Gonin. Un gruppo di undici romeni di etnia rom con quattro bambini piccoli, infatti, aveva occupato larea sotto il cavalcavia Pietro Giordani.
Anche in questo caso gli stranieri non erano certo stinchi di santo: sia le donne che gli uomini hanno precedenti penali per furto, anche se sul posto i militari non hanno trovato refurtiva di nessun genere.
Di questi 29 rom (gli altri quattro sono bimbi) tre sono stati arrestati, mentre a tutti gli altri 26 sarà consegnato il provvedimento di rimpatrio.
«I soggetti ad alta pericolosità sociale rimpatriati nel 2008 per motivi di pubblica sicurezza e secondo un ordine ben preciso della Prefettura sono stati 35. Per 32 di loro il rimpatrio è stato imperativo» ha spiegato ieri il vicesindaco Riccardo De Corato, rallegrandosi con i carabinieri per la loro operazione.
La baraccopoli più importante sgomberata negli ultimi tempi a Milano, però, resta quella sorta da anni sotto il cavalcavia Bacula e smantellata il 31 marzo dalle forze dell'ordine che hanno allontanato ben 70 rom romeni, allontanatisi spontaneamente rifiutando il ricovero negli alloggi del Comune.
La prossima area di intervento sarà l'ex Marchiondi di via Noale.
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