Nella lunga ed estenuante telenovela sul futuro di San Siro a questo un punto fermo c'è. «Il momento della verità sarà a giugno» afferma il sindaco Beppe Sala ieri al termine del vertice durato circa un'ora con il presidente del Milan Paolo Scaroni e l'ad Giorgio Furlani, l'amministratore delegato dell'Inter Alessandro Antonello e il direttore generale di Webuild Massimo Ferrari. I top manager delle squadre arrivano poco prima delle 9 e lasciano Palazzo Marino dopo un breve briefing senza rilasciare dichiarazioni, idem Ferrari («parla il sindaco») confermando però che il colosso delle costruzioni può realizzare lo studio di fattibilità sul restyling dello stadio Meazza «in tre mesi».
E l'incontro di ieri serviva a confermare l'affidamento (pro bono) dell'analisi e a fissare «punti imprescindibili» da parte dei club e prossime tappe. «É andata bene - sintetizza Sala -, lo spirito è buono però adesso c'è da lavorare. I club passeranno in pochissimi giorni a Webuild i documenti con le loro richieste». Quali? «All'interno dello stadio posti vip», potrebbero essere circa 6mila, «miglioramento dei servizi di base che vuol dire bagni, ascensori, accessibilità per tutti. All'esterno, ovviamente rispettando le regole del Pgt, negozi, ristoranti, lounge di attesa per chi arriva prima, un museo di livello. Quello che c'è oggi non è granchè ma registra numeri importanti». Riversando sul Meazza quello che il Milan ha progettato per il nuovo impianto a San Donato e l'Inter a Rozzano, si possono immaginare anche sedili smart con connessione wifi e possibilità di prenotare dal bar direttamente sul posto o ristoranti pop e stellati all'esterno, per tutti i gusti e le tasche, postazioni tv moderne per garantire produzioni di qualità. Fino a giugno «saremo fermi in attesa di questo studio che deve dimostrare che si può ristrutturare a costi sostenibili e soprattutto bloccando il minimo possibile le partite - afferma il sindaco -. Non mi aspetto che nel frattempo le squadre rallentino sui progetti alternativi, non posso chiederlo e non avrebbe alcun senso». L'Inter chiederà una proroga del diritto di esclusiva sulle aree di proprietà dei Cabassi a Rozzano, mercoledì scorso intanto sul bollettino ufficiale di Regione Lombardia è già stata pubblicata l'approvazione della variante da parte del Comune. Il Milan dopo l'ok di giunta e Consiglio a San Donato può avviare l'iter per l'Accordo di programma. «É altrettanto evidente però - prosegue Sala - che se Webuild arrivasse a produrci un buon piano che risponde ai requisiti mi aspetterei a quel punto una risposta dalle squadre. É difficile essere ottimisti o pessimisti, diciamo che l'atmosfera intorno al tavolo è molto positiva, sono certo che le squadre guardano con interesse a questa opzione, sapendo anche che hanno altre alternative». Carte scoperte a giugno.
Tra le condizioni dei club, appunto, una quota importante di posti vip («sapendo che i prezzi dei biglietti normali non si possono aumentare granchè in questo momento storico») e aumento dei ricavi «sviluppando nell'area dello stadio ristorazione, servizi, negozi, museo in modo che i tifosi spalmino l'esperienza su più ore, arrivando già per il pranzo» sottolinea Sala. Webuild dovrebbe concentrare i lavori nei mesi estivi, tra maggio e agosto, «quest'estate è andata ma secondo me si deve iniziare prima delle Olimpiadi invernali» quindi da maggio 2025 e «lavorando su tre turni e mettendoci tanto personale la mia sensazione è che ci vorranno un paio d'anni», campionato 2027/28. Per il 2025 c'è già un concerto sold out ma Sala avvisa: «I promoter dicono di aver già venduto, già fatto ma si potrebbe un attimo ragionarci. Una ristrutturazione di San Siro ben fatta, con insonorizzazione, è nell'interesse anche di chi organizza concerti e delle squadre» che gestiscono lo stadio, «il business dei concerti oggi è enorme». L'iter? «Nell'interesse dei club e del Comune» se a giugno c'è il via libera «vorremmo trovare la formula per cedere subito lo stadio alle squadre perchè i lavori fatti da privati sono più rapidi». E le società potrebbero «affidare il progetto a Webuild senza gara». Per «non buttare più via tempo» i prossimi mesi serviranno anche a studiare il processo. Due le opzioni: «Diventerà uno stadio privato o con cessione definitiva immediata o con cessione del diritto di superficie con proprietà che passa alla fine alle squadre già definita, permetterebbe di mettere lo stadio nei loro libri da subito». I club per ora non frenano sui piani fuori Milano.
Sul Meazza i rossoneri parlano anche di intervento in due fasi, partendo con una ristrutturazione «light» a costi contenuti. La forchetta per ora va dai 100 ai 300 milioni. Da ambienti Inter l'augurio che non si tratti di un «rattoppo» minimal.
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