Non tutti gli studenti vanno in corteo. Cè anche chi, nelle stesse ore, sceglie di partecipare allincontro con il giornalista scrittore Daniele Biacchessi dedicato alle stragi italiane. Ore 9, auditorium della Camera del lavoro. Ad ascoltare «Il paese della vergogna», estratto di teatro civile del giornalista, un centinaio di ragazzi, tutti dellultimo anno delle superiori. Frequentano lalberghiero Carlo Porta, il tecnico Giorgi, lartistico Hajech. Il volantino promette un excursus sui alcuni eccidi accomunati dal denominatore «la verità storica non segue mai lo stesso binario della verità giudiziaria». I colpevoli di stragi come Marzabotto, piazza Fontana, piazza della Loggia a Brescia, treno Italicus, stazione di Bologna, sono tutti liberi. Sotto la voce ingiustizia finiscono altri personaggi diversi tra loro dei quali però non si discuterà come Fausto e Iaio (i militanti di sinistra ammazzati a Milano pochi giorni dopo il sequestro Moro), Peppino Impastato, il direttore di radio Aut assassinato da Tano Badalamenti e Falcone e Borsellino uccisi dalla mafia politica.
Per più di metà della mattinata Biacchessi si dilunga sulle stragi naziste, SantAnna di Stazzema e Marzabotto. Tuona: «Chiediamoci perché la condanna del tribunale a questi eccidi nazisti arriva nel 2007 quando i colpevoli hanno tutti 90 anni?. La politica non è in grado di offrire verità, viviamo nel paese della vergogna». Poi tocca alle stragi dei giorni nostri. «Le bombe portano spesso unimpronta precisa» dice, e cita piazza Fontana, per la quale sono stati condannati e poi assolti due militanti di Ordine nuovo (ma il messaggio che i ragazzi recepiscono è che i colpevoli siano militanti dellestrema destra). Ancora sangue su innocenti nel maggio 1974 in piazza della Loggia a Brescia (8 morti e 94 feriti), nellagosto dello stesso anno sul treno Italicus (12 morti, un centinaio i feriti), nellagosto del 1980 alla stazione di Bologna, 80 morti e decine di feriti, fino alla bomba sul rapido 904 del dicembre 1984 (16 morti, 266 feriti). Di questultima strage fu condannato allergastolo Pippo Calò, secondo i giudici la «firma» sulla bomba era mafiosa e non politica. Particolare che però Biacchessi ha mancato di sottolineare. Conclude: «Quando si abbandona la memoria si abbandona il senso della storia». Prende la parola uno studente dellalberghiero Porta: «Vorrei sapere perchè si è parlato solo delle stragi commesse dai fascisti, cè un motivo?». Applausi scroscianti e grida di approvazione: «Bravo».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.