Se non erro c'è chi, con molta fantasia, ha paragonato il «successo» che ha (avrebbe) avuto Renzi a Bruxelles a quello che ebbe Cavour a Plombières nel 1858 nell'incontro con Napoleone III. Ciò detto, parafrasando Marx, si potrebbe dire che se la prima volta, con Cavour, fu un successo, ora con Renzi non può che essere una farsa e speriamo che addirittura non sia una tragedia. E poi, mi sia consentito, non si cade nel ridicolo paragonando Renzi a Cavour?
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Caro Cerofolini, non so chi abbia paragonato Renzi a Cavour, e in quale modo. Se l'ha fatto per affermare una equivalenza tra i progetti e i successi del conte e quelli del giovanotto toscano è uno scriteriato e un ignorante. Cavour, per capacità sua e per gli eventi che lo videro protagonista, fu un genio. Magari, nell'ottica di alcuni nostalgici borbonici, un genio del male, per avere realizzato l'unità d'Italia e provocato l'estinzione di quello Stato prospero, progredito, liberale che fu - sempre nell'ottica dei citati nostalgici, il Regno delle due Sicilie. Comunque - questo credo lo ammettano anche i suoi detrattori - guidò un momento magico della storia patria. Giovandosi, lui fine tessitore, della spada di Garibaldi. Cavour ha cambiato l'Italia e l'Europa, Renzi per il momento ci ha elargito soprattutto parole e promesse.
Si vive di fatti, non di sole chiacchiere. Che possono essere spregevoli se consistono nel suggerire - come ha fatto Beppe Grillo - che l'Unione europea non dia più fondi all'Italia perché sarebbero tutti dispersi nella voragine della criminalità organizzata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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