la stanza di Mario CerviLa gita al campo rom, se fatta senza buonismi, è educativa

Penso che in Italia stia dilagando la pazzia ed è particolarmente preoccupante se certe cose accadono a livello educativo e di insegnamento nelle scuole. In un Paese della Provincia di Lodi, nella fattispecie Sordio, un preside, per incrementare la cultura dei ragazzi, ha pensato bene di far fare loro una bella gita ma, non per visitare luoghi altamente culturali carichi di storia e di eventi da raccontare, ma li ha inviati a visitare un campo rom. Sinceramente viene spontaneo chiedersi che cultura possano trarne dei ragazzini della quarta elementare, nel visitare un campo di nomadi dove vige il peggior degrado e dove i componenti sono dediti, prevalentemente, all'accattonaggio ed ai furti, comprovati dalle migliaia di denunce sporte dai cittadini nei luoghi ove detti campi, regolari o non, sono dislocati. Mi chiedo se il Provveditore agli studi e lo stesso Ministro dell'Istruzione, non abbiano nulla da eccepire su una tale sciagurata passeggiata, e mi chiedo anche come mai i genitori dei ragazzi non si siano ribellati a tale assurdo provvedimento, forse che il Preside sia un ammiratore della Presidente della Camera e del Sindaco di Milano che, anziché tutelare i cittadini italiani, hanno aperto le porte e le braccia ai nomadi, affermando che si debbano sentire fieri della loro etnia, peccato che i cittadini italiani non la pensino come loro e cerchino in tutti i modi il loro allontanamento.
Loano

Caro Vidor,
non mancano argomenti per difendere l'iniziativa di quel preside. Nel nome della verità e della socialità si può sostenere che la conoscenza di realtà umili e degradate quando non degenerate giovi alla formazione dei ragazzini e delle ragazzine. Si può aggiungere che il rappresentare ai giovanissimi una realtà edulcorata tutta buoni costumi e buoni sentimenti, patriottismo, religiosità propone loro una mistificazione virtuosa. La quotidianità della vita è impastata di ben altro materiale. Se non viene spiegato dalla scuola gli scolaretti l'impareranno, negli anni, a spese loro.
Sì, qualche buona ragione per stare con il preside di sordio non manca. Nulla da ridire se la sconfessione dei luoghi comuni fosse praticata a tutto campo. Se ad esempio si insistesse sui travagli della classe operaia e sulle miserie degli emarginati, ma con eguale zelo ci si occupasse di quella fascia di bravi cittadini che con il suo impegno, con il suo attaccamento ai precetti tradizionali, con il suo rispetto per la legge tiene in piedi quella baracca pericolante che si chiama Italia.

Il pericolo è che a bambini e adolescenti il mondo dei diseredati ma anche degli irregolari e dei furfanti sia descritto in positivo, e il mondo dei regolari e degli onesti in negativo, con ripetuti j'accuse! contro l'egoismo sazio della borghesia. Il pauperismo è nobile, e nobilissimo quando se ne fa interprete un Papa. Ma non racchiude in sé tutti i valori.

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