Stein, Dostoevskij e la nascita dell'ideologia sovietica

Arriva a Roma il «kolossal» teatrale tratto da «I demoni». Il regista tedesco rilegge il romanzo come una prefigurazione della dittatura comunista. Perdita di fede e di valori vengono sostituiti - in una società culturalmente indebolita - dall'ideologia marxista

È sicuramente uno dei più importanti titoli della stagione teatrale. Non soltanto per il testo rappresentato («I demoni» di Dostoevskij) o per il prestigio dell'interprete (Maddalena Crippa) e del regista (Peter Stein). Quello che debutterà sabato nella capitale è un evento prima di tutto perché si tratta di una maratona teatrale di 12 ore. Uno sforzo al quale sono chiamati non solo i tecnici e gli interpreti ma anche il pubblico.
Questo allestimento ha già un passato e una storia ricca di polemiche, controversie e successo. Nasceva due anni fa come produzione del Teatro Stabile di Torino (diretto da Mario Martone). Poi il lievitare dei costi provocò un'insanabile frattura fra l'ente torinese e il regista Stein. Che per polemica, ma soprattutto per non buttare alle ortiche il lavoro di mesi e l'impegno dei suoi attori, decise di farlo debuttare nientemeno che nella sua tenuta di San Pancrazio in Umbria nella primavera del 2009. Un debutto che ha destato scalpore. Tanto che l'allestimento è stato anche celebrato come miglior spettacolo dell'anno con il Premio Ubu 2010. Quello che il pubblico romano affronterà (con stoicismo e coraggio) è un vero e proprio kolossal della prosa, potente e sublime, che offre concretamente la possibilità di rivivere una delle più affascinanti narrazioni della letteratura mondiale. Nel corso di dodici ore prenderanno vita e agiranno i demoni del capolavoro di Dostoevskij con tutta la loro tragica potenza espressiva, rappresentazioni delle malattie, delle deformazioni, delle pazzie di una giovane generazione che perse la fede diventando vittima dell'ideologia. Come disse Peter Stein in occasione della prima dello spettacolo «Dostoevskij ha avuto una visione chiara dello sviluppo della società russa, cosi come si sarebbe manifestata 50 anni dopo con lo stalinismo. Ma non soltanto questo, la sua è una descrizione visionaria delle conseguenze del pensare moderno, materialista, razionale e nichilista, che mette in dubbio tutto. In questo sfondo cupo l'autore ci racconta storie di relazioni umane tenere e crudeli, ci presenta una gamma di persone molto diverse, in una struttura polifonica, che si incontrano in situazioni complicate, si cercano ma non si trovano e finiscono tutte tragicamente in omicidi, suicidi o in pazzie».
«Ma il racconto - prosegue Stein - è anche pieno di umorismo e d'ironia. Il mio adattamento vuole dare una versione quasi completa del capolavoro di Dostoevskij e dei suoi personaggi. Proprio per questo non potevo accettare il limite della durata di uno spettacolo normale. Quindi reciteremo 9 ore complete, che diventeranno 12 ore di spettacolo con quattro pause brevi e due pause di un ora per pranzo e cena».
Dopo la prima umbra dell'anno passato lo spettacolo è riuscito a girare grazie a produttori coraggiosi che hanno trovato soluzioni originali ed efficaci per rendere visibile lo spettacolo. A Milano, per esempio, «I demoni» è andato in scena all'hangar della Bicocca grazie a un accordo con il Comune di Milano. Il riscontro è stato così positivo che la produzione è riuscita anche a fare degli utili. E altrettanto entusiasta è stata la risposta del pubblico di New York che ha bruciato in meno di 48 ore di prevendita i biglietti dello spettacolo (non proprio a buon mercato: costavano dai 180 ai 200 dollari perché nel biglietto era compreso il trasferimento in traghetto in un'isolotto trasformato in palcoscenico per l'occasione).


I trenta attori della Compagnia Tieffe Teatro di Milano, guidati da Maddalena Crippa ed Elia Schilton, interpreteranno per la prima volta a Roma, alla presenza di Peter Stein, questa folla di esseri dissennati, dolenti, maligni, meschini, ridicoli, ossessionati, trascinati verso la follia e la morte.

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