«Strada a Carina Negrone la marchesa aviatrice»

«Strada a Carina Negrone la marchesa aviatrice»

La marchesa Carina Negrone non aveva che ventidue anni quando, nel 1933, conseguì il brevetto di pilotaggio decollando con il Caproncino, versione idro, dallo specchio acqueo ai piedi della Lanterna. Le doti per il volo della nobildonna genovese erano tali che a soli due anni dal conseguimento dell'aquila d'oro, ottenne uno dei più ambiti primati mondiali: quello di quota. Una donna aviatrice, allora, era una rarità; una pilota con soli due anni di anzianità che pretendeva presentarsi alla ribalta della caccia ai primati era poi un caso unico. «A questa donna che fu una delle più grandi aviatrici del mondo va titolata una strada di Genova - dice Gianni Plinio, capogruppo di An in Regione - l’occasione potrebbe essere l’80° anniversario della fondazione dell’Aeroclub di Genova, di cui la marchesa Carina Negrone fu presidente risultando in tale ruolo tra i più attivi e prestigiosi promotori dell’aeroporto Cristoforo Colombo».
La marchesa, scomparsa 17 anni fa, è considerata la più grande aviatrice italiana con il primato mondiale di alta quota per aerei a elica conquistato nel giugno del 1935 e tuttora imbattuto e avendo collezionato oltre a tutta una serie di record sportivi ben 7 primati mondiali nell’arco di vent’anni.


«Nel dopoguerra risulta essere stata l’unica aviatrice italiana ad aver acquisito il brevetto di collaudatrice - dice ancora Plinio -, per non dire del rilevante contributo che la marchesa diede al rilancio della Piaggio».

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