Stroncato dalla meningite in dieci ore

(...) Fabrizio perde conoscenza, le sue condizioni sono gravissime. Arriva in pronto soccorso in codice rosso, che vuol dire accertamenti immediati e diagnosi rapidissima. L’ipotesi, dopo le prime cure, è di una patologia infettiva. Lo studente colpito da una forma di meningite che gli specialisti definiscono sepsimeningococcica, quella che si annida nel sangue, è trasferito in fretta all’ospedale di Legnano. Gli somministrano antibiotici per sospetta setticemia. Niente da fare. Le condizioni peggiorano ed è subito trasferito nel reparto di terapia intensiva.
La situazione precipita, nonostante i disperati tentativi di rianimazione del cuore e dei polmoni. Alle 16.40 lo studente, appassionato di musica, suonava la tromba nella banda di Santa Cecilia, finisce drammaticamente la sua giovane esistenza. Cominciano le iniziative di prevenzione. Sono sottoposti a profilassi tutti quelli che hanno avuto contatti con la povera vittima: parenti, operatori del pronto soccorso, volontari delle ambulanze e gli amici che hanno passato con lui la serata. Immediatamente scatta il piano d’emergenza, la malattia è contagiosa, bisogna attivare il piano d’isolamento del germe, che si trasmette via aerea. Bisognerà verificare ed individuare anche le persone che negli ultimi dieci giorni hanno avuto a che fare con Fabrizio Cesana.


Intanto, a Seregno e nei comuni vicini cresce la paura anche se i dirigenti del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl di Monza, fanno sapere che la situazione è sotto controllo. La procura della Repubblica di Monza ha aperto un’inchiesta. Più per prassi che per accertare eventuali responsabilità. Pare davvero, ci sia poco da indagare.

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