Studenti ubriachi alle lezioni: arriva la prova dell’etilometro

Allarme alcol in Veneto: i minorenni che bevono sono quasi il 44 per cento

da Treviso

Alcolizzato a quattordici anni? Se prima dell’interrogazione in matematica, come è capitato in alcune scuole di Treviso, tiri fuori dallo zainetto un beverone che sembra aranciata ma che in realtà è un intruglio da 20 gradi e te lo spari d’un fiato per far sparire emozione e paura, di sicuro sei sulla buona, o meglio cattiva, strada. Per questo il prefetto di Treviso, Vittorio Capocelli, ha fatto una proposta forte: un bell’etilometro davanti ai cancelli, perché prevenire è meglio che curare. Tantopiù che in Veneto gli under 16 che «trincano» sono raddoppiati negli ultimi cinque anni.
«Non siamo arrivati ai dettagli tecnici - ha poi precisato il prefetto - ma siamo d’accordo che il problema esiste e va affrontato. I medici delle Usl hanno segnalato diversi casi, anche relativi a ragazzini inferiori ai 14 anni, che affrontano le lezioni scolastiche dopo aver abusato di bevande alcoliche. Tutti ci siamo trovati sulla stessa lunghezza d’onda: bisogna potenziare i controlli».
Invitati da Capocelli, in Prefettura si sono incontrati i rappresentanti della scuola, delle unità sanitarie, delle forze dell’ordine per parlare di tossicodipendenze e di bullismo, ma è parso a tutti chiaro che non si poteva trascurare il problema dell’alcol. Che non è solo di Treviso, ma di un po’ tutte le città del Veneto, a cominciare da Padova, la patria dello spritz, un’istituzione del tempo libero, ma anche un pericolo se sono i ragazzini a berne quattro o cinque di seguito.
Le ultime ricerche effettuate sull’argomento, una dell’Eurispes-Telefono Azzurro e l’altra dell’Oms-Regione Veneto, dicono che i ragazzi minorenni che bevono per abitudine nel Veneto sono il 43,7 per cento. «Non possiamo parlare di alcolismo vero e proprio nelle scuole medie e superiori - aggiunge Capocelli -, ma è indubbio che i giovani che cominciano a bere vino o liquori o birra non lo percepiscono certo come un rischio. Ancora non hanno la patente, ma girano già in motorino e basta un niente perché l’alcol provochi incidenti fatali. È in questo senso che stiamo studiando il modo di monitorare la situazione, su segnalazione delle scuole».
E che cosa si può fare? Poco, per la verità, perché, come ricorda lo stesso prefetto, non si possono fare controlli arbitrari. «Al momento - ha specificato - non c’è allo studio alcuna ipotesi né di intervento, né di approfondimento del tema: in un prossimo futuro potrebbe però emergere un progetto da portarsi avanti in concerto tra i vari soggetti istituzionali proprio per il contrasto dell’uso di alcol, ovviamente sempre nell’ambito della normativa in vigore».
Precisazioni in burocratese per dire che le idee dell’etilometro e dei controlli davanti alla scuola, che sembrano i sistemi più efficaci, finiscono per scontrarsi con i tortuosi ostacoli delle normative. Eppure in Veneto il 69 per cento dei giovani dichiara di aver bevuto il primo bicchiere di vino o di birra prima dei 15 anni, il 44,8 per cento tra gli 11 e i 14 anni e il 24,3 per cento ancora prima.

Non si tratta, è ovvio, di criminalizzare il bicchiere di birra o di vino, che restano dei piaceri da gustare con intelligenza, ma di evitare quei pericolosi abusi tra i giovani che l’esperienza quotidiana ha purtroppo evidenziato. L’etilometro davanti a scuola sarebbe un bel deterrente che Treviso proverà a applicare, al di là delle prudenti dichiarazioni ufficiali, dribblando la burocrazia.

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