Un marocchino di 17 anni e un catanese 19enne. Il primo ospite della struttura di recupero per adolescenti di don Gino Rigoldi, «Comunità nuova», a Milano, laltro residente con la famiglia a Rozzano. A guardarli sembrano due ragazzotti qualunque, con qualche precedente alle spalle, non certo efferati assassini capaci di sequestrare, violentare, accoltellare e massacrare di botte fino a ucciderlo un transessuale brasiliano che si prostituiva lungo via Novara. La vittima è Gustavo Brandau Rangel, meglio conosciuto come Samantha, 30 anni, un immigrato irregolare che viveva in Italia da tre anni, ma sognava di tornare presto in Brasile. Colpevole solo di aver rifiutato di offrirsi gratis ai due giovanissimi e violenti clienti. E il cui cadavere martoriato e in avanzato stato di decomposizione è stato ritrovato accanto alla tangenziale ovest, a due passi da unarea di servizio, come un rifiuto.
«Anche noi abbiamo difficoltà ad accettare di trovarci davanti a tanta spietatezza. Un omicidio peggio di quelli del film Arancia Meccanica» sottolinea il dirigente della squadra mobile Francesco Messina che ha condotto le indagini lampo sul caso insieme al vice questore aggiunto Maria José Falcicchia e agli investigatori della sezione «criminalità organizzata».
Decisive per le indagini, oltre alla testimonianza del «collega» di Samantha, Paola - un altro brasiliano che da tre mesi divideva il marciapiede con il viado e che ne ha denunciato il rapimento - si sono rivelate le telecamere del Comune posizionate in via Novara. Che hanno ripreso tutte le varie fasi dellaggressione-sequestro fornendo prove schiaccianti della colpevolezza dei due giovani assassini e inducendoli a confessare tutto.
Davide «Peppe» Grasso, il ragazzo italiano e il marocchino minorenne martedì scorso - sotto leffetto di stupefacenti (il giovane nordafricano ha precedenti per furto e spaccio, ndr) - avevano rubato una Ford Escort bianca e quindi si erano diretti in via Novara, convinti di poter trovare sesso facile ma soprattutto gratis dai viados che si prostituiscono nella zona.
«Volevano che salissimo sullauto entrambe - spiega Paola - e pretendevano di non pagare nulla. Io e Samantha ci siamo rifiutate e allora sono scesi entrambi dalla vettura e hanno caricato a forza la mia amica sulla macchina. Hanno scelto lei perché era di sicuro la più magra. Samantha gridava, inizialmente è anche riuscita a sfuggire, ma loro lhanno riacciuffata e infilata in macchina. Io gli ho gridato di lasciarla andare, avrei voluto aiutarla, ma i ragazzi mi hanno afferrata per i capelli e, temendo che se la prendessero anche con me, sono scappata».
Lauto sparisce nella notte milanese non prima, però che i due - accortisi della borsetta di Samantha abbandonata sullasfalto - non siano tornati indietro per recuperarla. Sono le 5.30. Paola, sotto choc, riesce a malapena ad avvertire la polizia e sul posto arrivano gli investigatori del commissariato Bonola e della squadra mobile. Iniziano le indagini. La Ford Escort viene ritrovata due ore dopo in via Bagarotti: linterno è intriso di sangue. E la Scientifica ci trova unimpronta che risulta fatale al duetto assassino perché permette alla polizia di risalire al marocchino e di metterlo sotto torchio fino a fargli confessare tutto, anche lidentità del suo complice.
Ma cosa volevano Peppe e il giovane marocchino da Samantha? I due non avevano un movente, cercavano divertimento. Ma anche denaro, contanti. E visto che nella borsetta cerano solo pochi spiccioli, fermatisi poco prima della tangenziale ovest, i due ricominciano infierire sul trans, stavolta con un coltello.
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