«Sull’amianto è possibile azzerare i rischi»

Angelo Balducci, presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici: i dubbi sulla Tav potevano essere dissipati se i sindaci non avessero snobbato Lunardi

Anna Maria Greco

da Roma

Conosce bene la Val di Susa Angelo Balducci. Alla fine degli anni ’80 era provveditore alle Opere pubbliche in Piemonte e Val D’Aosta, prima di passare a Milano e poi a Roma per il Giubileo, e già allora si discuteva di come risolvere i problemi di traffico nella valle e dintorni. Ora che è presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici Balducci si trova a vivere in un ruolo diverso, accanto al ministro dei Trasporti Pietro Lunardi, gli scontri e le proteste di queste settimane sul tratto di Alta Velocità Torino-Lione.
Presidente, che impressione le fa la rivolta in Val di Susa?
«Non riesco proprio a comprendere tanta preoccupazione. Si tratta di un progetto strategico di fondamentale importanza e sicuramente l’impatto sulla valle sarà molto modesto, mentre saranno enormi i vantaggi. Credo che questa sia una chance straordinaria di sviluppo per la valle e per l’Italia. Quando ero Provveditore in quelle regioni ci si poneva il problema di far uscire la valle dall’isolamento in cui la spingeva la crescita accelerata delle zone circostanti. E poi l’Alta velocità è stata individuata come il passaggio necessario in questa strategia».
Come nasce allora tanto allarme per la linea Torino-Lione?
«Le preoccupazioni della popolazione sono legittime, ma potevano essere dissipate. E sarebbe stato più facile se gli amministratori locali avessero frequentato il tavolo di concertazione aperto più di un anno fa dal ministro e che, dopo le prime riunioni, è andato deserto. Bisognerebbe informare serenamente sugli obiettivi e il percorso di questo progetto senza acuire lo scontro. Nella stessa zona sono state già realizzate opere molto più importanti, senza blocchi né proteste».
Che cosa succederebbe se il progetto europeo saltasse?
«È un’ipotesi da non prendere neppure in considerazione. Sono stati fatti molti sforzi per portare il tracciato in Italia, perché prima passava sopra alle Alpi. E tutte le valutazioni sull’impatto dell’opera sono state fatte nel momento in cui si è deciso di farla».
Quali sono i principali vantaggi di questa linea?
«Un corridoio ferroviario da Kiev a Lisbona, che caratterizzerà dal punto di vista dei trasporti il futuro dell’Europa e oltre, rappresenta una grande occasione di riqualificazione del traffico. Vuol dire meno tir sulle strade e meno inquinamento perché il trasferimento su ferro di una parte considerevole del trasporto delle merci eliminerà il passaggio quotidiano dei mezzi pesanti, oggi molto elevato. Inoltre, i lavori avranno un grande impatto occupazionale e gli abitanti della zona avranno molti vantaggi, com’è stato per il tratto Torino-Novara-Milano. E poi, tutte le opere di collegamento stradali e autostradali necessarie per il tratto ferroviario, saranno realizzate in un tempo ben più breve di quello che sarebbe necessario altrimenti».
Il Consiglio esprimerà un parere tecnico sul progetto?
«Non è uno di quelli per i quali la nostra consulenza è obbligatoria, ma d’accordo con il ministro ho già offerto la nostra disponibilità alle Ferrovie dello Stato per un parere facoltativo che può essere utile per approfondire diversi aspetti. Questo anche nel nuovo spirito dello schema di riordino del Consiglio, approvato pochi giorni fa dal governo».
I no-Tav parlano di possibili rischi per la salute, legati soprattutto all’amianto.


«Siamo ancora alle indagini preliminari, ma oggi esistono tecnologie di individuazione e monitoraggio in grado di evitare qualsiasi rischio per la popolazione. Non c’è assolutamente da preoccuparsi. Per l’Alta velocità Firenze-Bologna, sono stati intercettati livelli di gas ma il problema è stato controllato senza difficoltà».

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