Il patrimonio culturale italiano, così spesso maltrattato, si cinge di un riconoscimento eccellente nell'ambito dell'Unesco, che ha decretato - nell'estate appena trascorsa - le ville e i giardini medicei fiorentini «patrimonio dell'umanità». Un tassello importante che farà conoscere e apprezzare ancor di più al mondo le dimore di Lorenzo il Magnifico e la terra del Dolce Stil Novo.
Le 12 ville medicee (36 proprietà medicee censite in totale, di cui 14 scelte per la candidatura) erano dimore di corte periferiche e svolgevano entrambi i ruoli di fattorie produttive e di residenze per la caccia, a quel tempo sinonimo di svago. Oggi alcune sono state trasformate in museo, e il loro grande valore aggiunto sta nel fatto che tutte assieme costituiscono un patrimonio unitario. Così volle Anna Maria Luisa, granduchessa de' Medici e ultima rappresentante della casata fiorentina (morì nel 1737), che nel suo testamento decretò: «Tutti i beni del Granducato di Toscana rimarranno entro i confini dello Stato 'per il piacere dei forestieri', patrimonio indivisibile e invendibile». La casata franco-austriaca degli Asburgo-Lorena, che succedette nel granducato, non poté disperdere nessun bene e fu questa la vera fortuna di Firenze, a differenza degli Stati che, al declinare delle casate regnanti, furono depredati dei loro tesori. Ville e fattorie produttive dunque, protagoniste di questo percorso turistico autunnale, diretta espressione della nuova nobiltà che prendeva il sopravvento: quella mercantile o militare alla quale si accedeva sulla base di capacità personali, «imprenditoriali» diremmo oggi, un nuovo ceto proprietario di palazzi in città e di ville in campagna. Ville dove l'architettura dialogava con gli elementi naturali circostanti, con la signoria dei Medici pioniera di un nuovo concetto di organizzazione del territorio.
Villa della Petraia si trova vicino a Sesto Fiorentino, dove si ergeva la manifattura di Richard Ginori, oggi sede del Museo Richard-Ginori della Manifattura di Doccia (www.museodidoccia.it). All'ingresso la prima cosa che colpisce è la magnificenza del grande giardino a terrazze, ricco di agrumi, alberi nani di melo e di pero, la cui potatura, tipica del '500, prese vita dall'esigenza delle signore dell'epoca di raccogliere agiatamente i frutti. A pochi passi dalla Petraia si trova Villa di Castello, che oggi ospita l'Accademia della Crusca, istituzione che dal 1583 ha l'obiettivo di curare e documentare la lingua italiana. Non un tempio invalicabile della cultura, bensì un'accademia che si apre alla città con un servizio di consulenza sul lessico e un ricchissimo ventaglio di eventi, opportunità e incontri rivolti a un pubblico ampio (www.accademiadellacrusca.it).
Dirigendosi verso Prato si giunge a Villa di Poggio a Caiano, altra fulgida testimonianza dello splendore del Magnifico. La villa custodisce il Museo della Natura Morta, dove sono esposti circa duecento dipinti provenienti dalle collezioni medicee, testimonianza dell'amore dei Medici per la natura e, in particolare, per l'agronomia. Nelle vicinanze è la splendida Villa di Artimino, detta La Ferdinanda poiché casa di caccia di Ferdinando I de' Medici. Fa parte di un ampio complesso che oggi include resort, enoteca, ristorante e fattoria (www.artimino.com), punto di riferimento eccellente per dormire, gustare leccornie toscane e degustare il Carmignano docg. Per chi cerca un approdo comodo in centro città, ecco il Grand Hotel Baglioni (www.hotelbaglioni.it, tel. 055.23580), che offre pacchetti last minute a partire da 160 euro per 2 persone in b&b. Con una breve passeggiata si raggiunge il ristorante La Cucina del Garga (www.garga.it) che, ripercorrendo l'antica usanza «un quadro, una minestra», offre la possibilità agli artisti contemporanei di esporre i propri lavori nelle sale del ristoro.
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