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Un supereroe da cinema. Così Jovanotti si reinventa sul palco

Il cantante lancia il tour ad Ancona: "Ormai il mondo si è 'bambinizzato', le generazioni sono sempre meno distanti"

Un supereroe da cinema. Così Jovanotti si reinventa sul palco

Nostro inviato ad Ancona

Non si è mai visto, in uno stadio, un concerto pop che inizia con un silenzio assoluto. Quel silenzio che noi pubblico riserviamo solitamente all'illuminarsi dello schermo cinematografico. E il nuovo tour di Jovanotti, partito sabato sera da Ancona, fin dalle prime battute riserva sorprese affatto inedite. «Molti di coloro che erano sotto il palco - spiega il cantante dopo l'esibizione - non sono mai stati a un drive in. Ecco, io volevo regalare loro quel momento di sospensione. Quell'attimo di magia». E di regali, il nuovo tour di Lorenzo Cherubini negli stadi, ne offre copiosi. A iniziare appunto da questo grande schermo (800 metri quadri) che non fa da quinta inerte alla scena. Non solo si illumina ma si anima alternandosi in un ritmo sincopato alle canzoni con elaborati prodotti visivi che servono da contrappunto alle canzoni stesse e da scheletro del racconto musicale. Il fatto positivo, che i 30mila presenti di Ancona hanno apprezzato di gusto, è che questi supporti visual arricchiscono lo spettacolo con intelligenza e con una tempistica millimetrica (visto che i protagonisti di alcuni video come Ornella Muti, Fiorello e Carlo Conti chiedono la partecipazione diretta del pubblico). Sacrificando, a dire il vero, la spontaneità e imprevedibilità che ogni esibizione live dovrebbe o potrebbe avere. Tutto è calcolato con un'esattezza scientifica.

E infatti è più di un anno che Jovanotti lavora su questo progetto. Costumi di scena, palco aggettante che si sviluppa a croce dalle lunghe braccia per tutto il prato dello stadio; luci ed effetti sonori innovativi e mozzafiato. E poi la scelta appunto dei contributi visivi, tra spezzoni di film (toccanti le immagini di Louisiana di Roberto Minervini, applauditissmo a Cannes, sulle note di Fango ), cartoni animati (spopolano i personaggi di Adventure Time ) e ovviamente supereroi. Perché il tema dominante è appunto un futuro popolato di uomini dai poteri straordinari. Lo stesso Jovanotti non fa che cambiare abito per declinare tutte le forme del supereroe. E così i suoi musicisti. «La magia dell'invenzione fantastica, lo stupore infantile - spiega Lorenzo, visibilmente commosso ed eccitato a un tempo per l'accoglienza dei fan - sono trame cui non voglio e non posso rinunciare. D'altronde volevo omaggiare quella che chiamerei la “bambinizzazione” del mondo. Oggi le distanze tra le generazioni non sono le stesse di quando ero ragazzo io. I ruoli si invertono e spesso impariamo cose dai nostri figli».

La saetta che accoglie il pubblico sul grande schermo a inizio concerto è riprodotta anche sul mantello che Jovanotti sfoggia nel finale (con Ragazzo fortunato , Gli immortali e Ti porto via). «Volevo dare un'idea immediata di velocità. La saetta è il simbolo di questo lavoro perché è unione tra cielo e terra, rapidità, magia». E anche la lunghissima pedana serve all'uopo. Lì Lorenzo dà il meglio e i fan apprezzano. E quel suo incedere dinoccolato, quel suo strizzare gli occhi per osservarli, quel suo correre da un lato all'altro senza mai perdere il fiato per cantare ne fanno a conti fatti un vero supereroe.

Anche la scelta dei brani è frutto di questo paziente lavoro di organizzazione. Non doveva - spiega - replicare il successo ottenuto due anni fa, quando negli stadi portava in buona sostanza il meglio della sua ventennale produzione. Ci sono vecchie canzoni ( Penso positivo , Serenata rap e Ragazzo fortunato ) alternate alle nuove tracce di Lorenzo 2015 cc, uscito a fine febbraio, e inframezzate da alcune hit della sua carriera (come A te , Ora , L'ombelico del mondo in una nuova versione).

L'orgoglio di Lorenzo per il risultato ottenuto trabocca quando ti fa notare che il pubblico non è omogeneo.

A cantare a squarciagola Il più grande spettacolo del mondo dopo il Big Bang erano giovanissimi e quarantenni (mentre tra i vip si scatevano nelle danze Gabriele Muccino e Gianni Morandi). «Sono felice - gongola - di non essere un cantante generazionale».

Ora però lo aspettano le altre tappe e soprattutto la «tre giorni» milanese (San Siro dal 25 al 27 giugno) con 160mila biglietti già venduti.

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