Sventa rapina. La banca lo licenzia

Seattle, un uomo incappucciato tenta di rubare l’incasso, ma il cassiere lo mette in fuga. Però l’istituto di credito non la prende bene e punisce l’eroe: "La sua reazione ha messo in pericolo i clienti. Con noi ha chiuso..."

Sventa rapina. La banca lo licenzia

Glielo avessero detto prima. Ma sì, quella sana teoria che andava in giro a spiattellare George Bernard Shaw, ovvero che «il coraggio, a volte, può avere delle controindicazioni».
Glielo avessero almeno sussurrato all'orecchio i suoi colleghi di sportello. E invece. Invece Jim Nicholson, trent'anni, cassiere alla Key Bank, di Seattle ha voluto fare di testa sua, naturalmente pensando di far bene. Ha agito d'istinto e ha reagito, per dirla con le sue parole che, pronunciate dopo ciò che ha fatto, suonano come una surreale excusatio non petita.

Del resto la vicenda, l'intera vicenda, che lo vede protagonista è decisamente surreale. Dall'inizio alla fine. Perché Jim, del tutto simile al big Jim della Barbie, fisico atletico e sportivone, ha reagito mettendo in fuga il ladro incappucciato che voleva farsi riempire una capiente borsa di dollari. E per tutta riconoscenza ha perso il posto. Non ci credete, vero? Eppure è andata esattamente così. Vediamo di riportare il calendario indietro fino a martedì mattina della scorsa settimana, quando un uomo, infagottato in un giaccone scuro con il cappuccio calato davanti agli occhi, entra con passo svelto nella filiale della Key Bank in Queen Anne Lower Street. E, piazzando una borsa davanti alla cassa, dove sta lavorando Nicholson, recita la più classica della frase minacciose: «Questa è una rapina, ho un'arma con me, quindi non fare scherzi e riempila la borsa di dollari, e alla svelta».

Ma Jim, anzi superJim, il «nuovo eroe di Seattle», come lo hanno definito le tv americane, o meglio ancora «l'uomo con cui nessuno vorrebbe avere a che fare», non si lascia intimorire, fissa negli occhi il suo malintenzionato interlocutore e replica serafico: «Avanti, forza, mostrami la pistola se davvero ce l'hai». L'aspirante rapinatore balbetta qualcosa che è sufficiente a tradire la sua insicurezza. Nicholson capisce che il bandito sta bluffando, abbandona di scatto la sua poltrona e cerca di neutralizzarlo. L'uomo si precipita fuori e si mette a correre come un disperato ma la sua è soltanto una breve fuga perché, giusto a due isolati di distanza dalla banca, «Big Jim» gli arriva come un fulmine alle spalle, lo blocca e lo mette a terra in attesa dell'arrivo della polizia. Niente male, no? Già, niente male. Ma, dove eravamo rimasti?

A martedì della settimana scorsa, appunto. Il tempo di capire bene come sono andate le cose, di ricostruire il tentativo di rapina, la reazione di Jim e la rocambolesca cattura del bandito, di rivedere i filmati delle telecamere di sicurezza e giovedì, quindi due giorni dopo, la direzione della Key Bank si esprime ufficialmente. Ma non con una gratifica per l'impiegato Nicholson e nemmeno con una promozione, un attestato di benemerenza o una scatola di Oreo, ma con una nota di biasimo. Che accompagna una lettera di licenziamento. «Per violazione della policy della Key Bank».

In buona sostanza, spiega ai perplessi giornalisti americani, la portavoce Anne Foster «per la Key Bank la sicurezza dei propri dipendenti e dei propri clienti viene prima di ogni altra cosa. Agendo come ha agito l'impiegato Jim Nicholson ha quindi, di fatto messo a repentaglio la vita di chi gli stava intorno e ha sbagliato. Perché il denaro è assicurato e si può rimpiazzare. Ma le vite umane non si possono rimpiazzare». Uno statement che non ha lasciato a Jim Nicholson molto margine di manovra visto che ha dovuto prendere le sue cose dal cassetto della scrivania e lasciare la Key Bank. Inseguito dai cronisti, Big Jim si limita a confermare la sua versione dei fatti. E ad ammettere: «Ho agito seguendo l'istinto.

Non credo di aver commesso un reato ma posso interpretare il gesto della Key Bank nei miei riguardi come un provvedimento certamente drastico preso soltanto a titolo di esempio. Perché a nessun altro cassiere venga in mente di imitarmi». Intanto nei filmati messi in rete da Youtube sfilano i testimoni di quel martedì alla Key Bank e la gente di Seattle, per la quale Jim è diventato un super eroe.

Solo una sua ex collega, Carmen Dunnington lo biasima: «Jim ha fatto un errore, un grave errore, io che ho lavorato alla cassa, non avrei esitato a riempire quella borsa di dollari». Ecco le famose «controindicazioni» del coraggio.

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