La svolta pop della «poetessa» Patti Smith

Oltre ai classici degli anni Settanta, la cantante americana proporrà al pubblico anche i brani di «Twelve» dove omaggia Wonder e i Beatles

Dodici canzoni. Dodici pezzi di storia del rock, rivisitati da chi quella storia ha contribuito a farla. Si parla di Twelve, nuovo disco di Patti Smith, in cui l’artista americana rilegge a suo modo brani di Stevie Wonder (Pastime paradise), Tears for Fears (Everybody wants to rule the world), Neil Young (Helpless) e ancora Jimi Hendrix, Bob Dylan, The Doors, Nirvana, Jefferson Airplane, Beatles, Rolling Stones, Allman Brothers e Paul Simon. La cantante newyorkese presenterà il disco domani sera, all’Auditorium, accompagnata dalla sua band: Lenny Kaye e Jackson Smith alle chitarre, Jay Dee Daugherty alla batteria, Tony Shanahan al basso e alle tastiere.
Recentemente accolta nella «Rock and roll Hall of Fame», Patti Smith è una vera icona del rock. La sua carriera musicale poggia su almeno tre album straordinari, pubblicati in rapida successione nella seconda metà degli anni ’70: Horses, Radio Ethiopia e Easter svelano un nuovo linguaggio musicale, che nasce dalle prime esperienze artistiche della Smith, legate al reading: una sorta di commistione tra recitazione e musica, con il testo che diventa punto di partenza per improvvisazioni musicali, permettendo ai brani di dilatarsi, soprattutto nei concerti. I suoi brani più celebri, Because the night (scritta con Bruce Springsteen) e People have the power, sono solo la punta di un iceberg fatto di canzoni taglienti e intense. Gloria, Rock’n’roll nigger, il crescendo incalzante di Babelogue, Dancing Barefoot, sono tutti tasselli che contribuiscono a creare il mito della «sacerdotessa del rock». Una donna che ha saputo rivoluzionare il modo di cantare, con la sua voce rabbiosa e cupa, e che ha contribuito in modo determinante alla nascita della scena new wave newyorkese. Celebri le sue esibizioni nel tempio punk «Cbgb’s», storico locale della Grande Mela chiuso di recente, in compagnia dei Ramones e dei Television di Tom Verlaine. La sua musica e i suoi testi, impegnati e poetici, le hanno permesso di ricevere numerosi riconoscimenti di prestigio.

Uno dei più recenti è il titolo francese di Comandante degli Ordini dell’Arte e delle Lettere: definita in quell’occasione una stimata poetessa laureata in rock’n’roll, Patti Smith è stata elogiata dal ministro della Cultura francese come «una delle artiste più influenti nel rock’n’roll al femminile». Naturalmente, nella citazione non poteva mancare un riferimento al «maledetto» Arthur Rimbaud, «il primo poeta punk», omaggiato dalla cantante nel disco Radio Ethiopia. Info: 06-80241281.

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