Taglio di posti-letto: «Vietato ammalarsi nel centro di Roma»

Taglio di posti-letto: «Vietato ammalarsi nel centro di Roma»

Il cuore di Roma trafitto dalla carenza di posti letto negli ospedali. La cessazione dell’attività del Nuovo Regina Margherita e la chiusura dopo cinquecento anni di attività del San Giacomo, prevista per dicembre, faranno scendere a 270 i posti letto per i ricoveri ordinari a disposizione degli abitanti del I, II, III e IV municipio della capitale. Così, per una volta, i residenti del centro diventano cittadini di serie B e potrebbero essere costretti a ricoveri in strutture periferiche. Sono questi gli effetti negativi della mancata programmazione sanitaria e della stesura del Piano Sanitario Regionale che, in questo spicchio di territorio, fa scendere il numero dei letti sotto la media nazionale.
«Secondo gli ultimi rilievi demografici effettuati nel 2006 nel comune di Roma - denuncia Gianni Romano, segretario regionale della Fials Confsal - la popolazione di questi quattro municipi che insistono sulla Asl Rm/A è di 479.020 unità mentre i letti a disposizione negli ospedali pubblici e nelle strutture accreditate sono solamente 270. Vale a dire 0,57 ogni mille abitanti: una percentuale nettamente insufficiente».
La scure regionale, che il governatore Piero Marrazzo sta utilizzando senza pietà per tentare di ripianare lo spaventoso deficit sanitario di 11 miliardi accumulato in questi ultimi anni, preoccupa la Fials Confsal.
«Marrazzo continua a sostenere che l’assistenza, anche dopo i tagli e la chiusura del S. Giacomo e del Forlanini, vanterà uno standard di offerta sanitaria più alto di Parigi e di Londra - sottolinea Romano -. Forse il governatore dimentica che Parigi ha 11 ospedali con Dea di II livello e Londra ne ha sette, con altrettanti Dea. Il paragone tra l’assistenza a Roma e quella nelle altre due capitali europee, quindi, risulta quantomai inaccettabile, soprattutto ora che il Nuovo Regina Margherita è stato depauperato del ruolo di ospedale e strutturato in presidio territoriale di prossimità e il S. Giacomo verrà chiuso. Il quadro diventa ancora più drammatico se si considera che i reparti del Forlanini verranno trasferiti al S. Camillo. L’ospedale, quindi, perderà la sua caratteristica specifica di centro di eccellenza per la cura delle patologie polmonari».
Con la morte del San Giacomo, poi, scompariranno in città altri otto posti letto di rianimazione oltre ai quindici dedicati al servizio psichiatrico per i trattamenti sanitari obbligatori.
«Tornando alla Asl Roma/A - evidenzia il segretario Fials Confsal - bisogna notare che dopo questo stravolgimento avrà solo 270 letti per gli acuti, ovvero i 37 dell’ospedale monospecialistico G. Eastman, i cinquanta accreditati per la medicina oncologica presso la clinica Marco Polo, i 63 di chirurgia a Villa Valeria e i 120 accreditati presso Villa Tiberia. Nel medesimo territorio, poi, ci sono altri 14 presidi sanitari non convenzionati. Ma qui il paziente è costretto a pagare di tasca propria le cure e le prestazioni che riceve».
«Il quadro dell’assistenza in centro è completo, infine,- conclude Romano - se si considerano i novecento letti per i ricoveri ordinari del Policlinico Umberto I, che però sono a disposizione di tutto il sud Italia, e i 332 del Fatebenefratelli Isola Tiberina. Il nuovo conteggio porterebbe i posti destinati ai cosiddetti pazienti acuti a 1.502, vale a dire 3,14 ogni 1.

000 residenti invece dei 5 previsti dalla legge 405 del 2001. Chiediamo quindi al presidente Piero Marrazzo di chiarire subito le discrepanze organizzative e rimandare il suo progetto di taglio dei posti letto a dopo l’approvazione del Piano Sanitario Regionale».

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