Tangenti a Sesto San Giovanni, resta in carcere l'ex assessore

Il tribunale del Riesame respinge il ricorso dei difensori di Pasqualino Di Leva, accusato di corruzione

Pasqualino Di leva resta in carcere. Oggi, infatti, è stato rigettato il ricorso contro l'ordinanza di custodia cautelare in carcere presentato dal legale dell'ex assessore del Comune Sesto San Giovanni, coinvolto nell'inchiesta sulle presunte tangenti per le aree ex Falck e Sesto Marelli. I giudici del tribunale del riesame depositeranno le motivazioni nei prossimi giorni. La scorsa settimana, in occasione della discussione davanti al collegio (presidente Galli, Pellegrini e Stefani), l'avvocato Giuseppe Vella aveva affermato che il suo assistito non ha mai preso tangenti e a sostegno della tesi difensiva aveva depositato documenti per dimostrare che tutti i soldi individuati sui conti dell'ex assessore sono tracciabili e hanno una giustificazione. Aveva poi aggiunto che se proprio si volesse credere alle denunce degli imprenditori Piero Di Caterina e Giuseppe Pasini, ritenute «non trasparenti» e «allusive», al suo assistito avrebbe dovuto essere contestato il reato di corruzione per atti conformi ai doveri d'ufficio, che non prevede l'arresto, perché la tangente - secondo quanto dagli stessi dichiarato - sarebbe stata pagata solo in seguito ai favori chiesti in cambio.

Se i i pubblici ministeri di Monza, Walter Mapelli e Franca Macchia, con una memoria avevano chiesto la conferma dell'ordinanza del gip Anna Magelli, il difensore aveva chiesto la remissione in libertà del suo assistito e in subordine la concessione degli arresti domiciliari. Oggi, però, il riesame ha confermato l'ordinanza del primo giudice.

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