Palermo, la sentenza: "Elezioni da rifare". Gli ex nemici ora si alleano

I giudici amministrativi hanno riscontrato gravi irregolarità nelle comunali che nel 2007 hanno portato alla rielezione di Diego Cammarata ai danni di Leoluca Orlando. E adesso entrambi chiedono giustizia e si ritrovano a fianco

Palermo, la sentenza: "Elezioni da rifare". Gli ex nemici ora si alleano

Non potranno essere rifatte. Sette anni per un verdetto sono oggettivamente troppi perché a Palermo si possa tornare allo status quo del 2007. Ma l'incredibile sentenza del Tar che lo scorso 5 novembre ha stabilito che nelle amministrative di sette anni fa ci furono gravi irregolarità un effetto lo ha prodotto: si ritrovano infatti alleati, nella richiesta di giustizia, sia Leoluca Orlando, il grande sconfitto di quella consultazione, che adesso è tornato a fare il sindaco, sia Diego Cammarata, il vincitore di quelle amministrative, che ormai è fuori dalla politica attiva e che però si associa all'ex avversario di un tempo per chiedere che sia fatta chiarezza.

La vicenda, ai limiti del paradossale, arriva appunto dal capoluogo siciliano. E prende le mosse dall'esito di quella consultazione, che vide schierati l'un contro l'altro Diego Cammarata, all'epoca sindaco uscente di centrodestra, e Leoluca Orlando, nel 2007 ex sindaco della Primavera di Palermo con velleità di tornare a Palazzo delle Aquile da candidato del centrosinistra. Le urne sancirono un risultato netto per il centrodestra: Cammarata 53,6%, Orlando 45,2%. Immediate le proteste di Orlando, che subito denunciò l'esistenza di brogli. Ma dopo la bufera iniziale, con l'arresto di un presidente di seggio e di altre tre persone di una lista che appoggiava Cammarata, per falsificazione di schede, il caso sembrò sgonfiarsi. Cammarata si dimise a gennaio del 2012, Orlando si prese la rivincita vincendo le nuove amministrative.

Tutto finito? Niente affatto, perché nel frattempo proseguiva, a passo di lumaca, il procedimento di fronte al Tar, avviato dal ricorso dello sconfitto. Procedimento che è arrivato solo adesso alla conclusione: quelle elezioni andavano rifatte, c'erano tutti i presupposti perché le irregolarità erano gravissime. Ma per il troppo tempo trascorso non è più possibile procedere.

Una soddisfazione dal sapore amaro per Orlando, che ha annunciato la trasmissione del fascicolo in procura: «C'è stata un'organizzazione criminale di tipo mafioso che ha falsato le amministrative del 2007, per questo chiedo al segretario generale di presentare una relazione su quanto accaduto. Il Tribunale amministrativo avrebbe dovuto annullare subito quelle elezioni. Questa organizzazione ha consentito la manipolazione del voto. Il giudici nella sentenza dicono che si è trattato di "denegata giustizia", evidenziando gravissime irregolarità nelle amministrative del 2007, quando il voto non fu solo comprato ed estorto, ma manipolato. Adesso chi ha sbagliato deve pagare».

Orlando ha annunciato inoltre che invierà la sentenza ai presidenti di Camera e Senato e all'Antimafia, al Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, alla Corte europea dei diritti dell'uomo e alla Corte di giustizia Europea.

Ed ecco il colpo di scena: il vincitore delle elezioni del 2007, Cammarata, si schiera con l'ex avversario: «Non posso non condividere - dice l'ex sindaco - una battaglia per Palermo, per la libertà del voto dei cittadini e per la difesa della democrazia in una terra in cui i procedimenti elettorali sono stati spesso condizionati dalla mafia.

Orlando mi trova d'accordo anche sulla necessità di verificare eventuali responsabilità e storture legislative che hanno permesso un così incredibile e dannoso ritardo per i cittadini nell'emissione della sentenza. È indispensabile che la Procura accerti anche la identità del personale che ha ricevuto i plichi elettorali. Sono pronto a condividere queste istanze».

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