Tecnologia e musica: il concerto di Jovanotti è un viaggio nel tempo

«Sold out» stasera per Jovanotti che approda al 105 Stadium di Genova con il suo «Ora in Tour». Uno spettacolo innovativo ad alto tasso tecnologico ed emotivo, un «party evolutivo», una macchina musicale e tecnologica per viaggiare nel nostro tempo, come in un racconto di fantascienza dal vivo, come un grande action-movie, un’epopea di ritmo e di sonorità sempre in movimento. Una pulsazione potente e tenera, intima ed esplosiva. Al lavoro con Lorenzo per sei mesi un team di musicisti, videoartisti e ingegneri di scena per tradurre dal vivo l’energia di «Ora», il nuovo disco, che dal giorno della sua pubblicazione è stabile nella parte alta della classifica.
Un palco enorme e asimmetrico per entrare nel cuore del palasport e per ribaltare tutti gli stereotipi del concerto pop fino a proporre un nuovo linguaggio per un tipo di comunicazione più avanzato.
«È questo lo spettacolo che sognavo da bambino. Abbiamo lavorato tanto allestendo un laboratorio dove far scorrere le idee per quello che volevo fosse uno spettacolo che mi permettesse di dare il massimo e di entrare in contatto con ognuno di quelli che verranno a sentirci. È uno spettacolo nel quale si pensa poco ma si gode parecchio, ci si emoziona, si balla come in un rave mentre davanti agli occhi scorre qualcosa che ha a che fare con quello che c’è dentro di noi di più bello e vivo - racconta Lorenzo -. Non ho mai avuto così tanta gente a lavorare a un concerto con me, così tante luci, così tanto spazio, così tanta tecnologia, così tanti watt, il minimo che possa fare è restituire questa energia a chi ci verrà a sentire». E proprio per compensare le 6mila tonnellate di CO2 prodotte dal tour di Jovanotti, Enel - di nuovo insieme al cantante per un progetto ambientale - pianterà 12mila nuovi alberi nel villaggio di Mankim, un’area del Camerun che sta subendo un degrado ambientale per il taglio illegale di legname.
Da un paio di giorni in tutte le radio c’è la title track di «Ora» il quinto singolo del nuovo album. «Ora è una delle prime canzoni scritte e registrate per l’album e solo a pochi giorni dalla chiusura del lavoro ha dato il titolo all’intero progetto. È una canzone emozionante, dal suono innovativo che fonde elementi di elettronica a colori di basso distorto, per esplodere in un finale orchestrale di grande impatto. Nei concerti è la canzone centrale dello spettacolo, il perno emotivo intorno al quale ruota tutto lo show ma anche l’intero disco. Avevo le strofe di questa canzone in un sms - spiega Lorenzo - poi il primo giorno di lavoro in studio con il mio chitarrista l’ho sentito scaldarsi con un giro di accordi e mi sono ricordato del messaggio. L’ho cercato e in cinque minuti è nata l’idea della canzone, che ho cantato subito prima ancora di registrare tutto il resto. L’ho cantata su un metronomo e una chitarra abbozzata. Non avevo ancora il ritornello e nemmeno la parola Ora, ma quando ho sentito il giro armonico, mi sono venute le parole direttamente lì, mentre cantavo.

Era da tempo che cercavo una canzone che celebrasse l’attimo presente e che mi servisse a vedere in una luce più calda e positiva il tempo in cui vivo e nel quale mi gioco l’esistenza insieme ai miei contemporanei. “Ora” è una canzone molto semplice che cattura un attimo di emozione in studio, ma che in fondo racconta un desiderio di trasformare il mio tempo in un tempo “mio” da vivere fino in fondo».

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