L’Errore 53 è costato alla Apple, per ora, nove milioni di dollari australiani: la causa intentata dall'associazione di consumatori ACCC alla ditta americana nel 2017 è arrivata alla conclusione con una sconfitta per Cupertino.
Il problema che ha dato il via all’insurrezione dei proprietari di iPhone e iPad australiani, si presentava nei prodotti in cui il Touch ID era stato riparato con componenti non ufficiali: una volta aggiornati all’iOs 9.2, i device di Apple diventavano di fatto inutilizzabili.
A giustificare questo problema, da Cupertino avevano fatto sapere di come si trattasse di una misura necessaria per migliorare la sicurezza del sensore di impronte digitali da possibili tentativi di hacking, ma a seguito delle lamentele, con l’update 9.2.1 dell’iOs i dispositivi tornavano riutilizzabili senza possibilità di riabilitare il Touch ID.
Altra problematica correlata era il decadimento della garanzia su apparecchi comunque ritenuti difettosi, perché riparati da operatori terzi non autorizzati.
L’Australian Competition and Consumer Commission avviò la causa un anno dopo il problema, avvenuto nel 2016. Ora Apple è stata sanzionata in quanto, secondo i giudici, la libertà del consumatore di scegliere l'operatore a cui affidare la riparazione del proprio device non può far decadere la garanzia ufficiale o il diritto dei proprietari a un rimedio comunque correlato a difetti congeniti dell’hardware.
Apple in una nota ha fatto sapere di accettare la decisione della corte, cercando di migliorare il supporto in questa direzione: "Siamo costantemente alla ricerca di modi per migliorare
il servizio che forniamo e abbiamo avuto conversazioni molto produttive con l’ACCC su questo punto. Continueremo a fare tutto il possibile per fornire un servizio eccellente a tutti i nostri clienti in Australia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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